Quando lo specchio non riflette le stesse immagini
NAPOLI – Una partita per certi versi controversa, quella disputata ieri sera al San Paolo. Napoli e Sampdoria hanno dato vita ad un match in cui i dettami tattici dei rispettivi tecnici sono stati determinanti.
Formalmente entrambe le squadre erano accreditate di formazioni speculari con il 4-3-1-2 (Mertens falso nueve), ma nel calcio lo specchio non riflette sempre la realtà del campo.
Primo Tempo
Nei primi minuti è apparsa evidente l’intenzione di Sarri di mettere i blucerchiati in difficoltà sulle fasce. Per farlo ha tenuto la difesa molto alta, costringendo Praet a sinistra nella propria metà campo. Lo stesso Barreto, sul lato opposto ha dovuto spesso tamponare e chiudere gli spazi. In questo modo i corridoi si sono aperti esclusivamente sulle corsie difensive degli ospiti.
Giampaolo, dopo aver coordinato la difesa in modo ordinato, ha impiegato meno di 15′ per prendere provvedimenti.
Piazzando Praet tra le linee, e nello specifico alle spalle di Hamsik, ha costretto i partenopei ad abbassare il baricentro. A quel punto la Sampdoria ha potuto mettere in pratica il proprio calcio, fatto di sopazi brevi tra i reparti e lanci verso Quagliarella e Schick.
L’attaccante della repubblica ceca è stato una vera spina del fianco per i partenopei. E proprio dalla sua insistenza in un’azione sulla destra ha propiziato il vantaggio blucerchiato.
Secondo Tempo
Nella ripresa Sarri ha decisamente cambiato volto al Napoli, che ha allargato maggiormente il gioco e ha affettuato numeroso incursioni sulla fascia di Strinic, mettendo a dura prova un bravo Pereira.
Sicuramente l’elemento determinante ai fini del risultato è stata l’espulsione di Silvestre. Con l’uscita dell’argentino, Giampaolo ha dovuto rimodellare la difesa. È entrato Dodò per mantenere a 4 la difesa, rinunciando a Schick.
L’ingresso nel Napoli di Gabbiadini ha determinato poi un 4-2-4 di fatto e i padroni di casa hanno messo in atto un vero assedio.
Quindi una gara ben giocata da parte delle due formazioni, con un Napoli che ha manifestato una certa imprecisione avendo perso 60 palloni e subendo anche sotto l’aspetto delle palle recuperate. Gli azzurri hanno però tirato in porta molte volte, anche se la rete di Tonelli è arrivata nel corso dell’ultimo dei 5′ di recupero assegnati dall’arbitro.