Dopo qualche passo falso il Napoli 2010/2011 va ad imporsi nelle posizioni più alte della classifica e se è giusta la mossa della società di gettare acqua sul fuoco della passione dei tifosi che già sognano traguardi clamorosi, è altresì doveroso sottolineare che in questa squadra qualcosa è cambiato.
MATURAZIONE – E’ evidente la maturità raggiunta dai vertici societari che oltre ad aver ampliato l’organigramma e aver puntato forte sul settore dello scouting, in un periodo di crisi economica planetaria sono riusciti, grazie al gran lavoro di Bigon, a muoversi egregiamente nel mercato in uscita, inserendo in rosa al costo minimo pochi elementi, ma mirati. Anche i giocatori-cardine, i trascinatori del gruppo, sembrano aver preso consapevolezza delle loro potenzialità, dando la sensazione di poter trovare quella continuità tanto sospirata nell’arco della scorsa stagione.
Entrato in pieno nel suo ruolo, Hamsik (3 gol, 1 assist in campionato) cerca sempre più spesso il dribbling e la giocata in verticale; Lavezzi è in gran forma, cade meno, si sacrifica ed è certo della collaborazione dei compagni, certezza che gli permette di essere puntuale tanto nei dribbling, quanto nei passaggi, dunque più lucido nei momenti decisivi (3 assist, 1 gol); Dossena (3 assist), che sta tornando l’esterno che ha stregato il Liverpool di Benitez, si propone come una preziosissima alternativa alla fascia destra di Maggio; Pazienza , Gargano e lo stesso Yebda, che metabolizza in fretta gli schemi della squadra, in questo contesto crescono sempre più permettendo alla difesa di avere tanto lavoro in meno.
IL MIGLIOR ATTACCO – Un ulteriore segnale della crescita di questo Napoli – soprattutto nell’ottica di una maggior fiducia nelle proprie possibilità – è la propensione di centrocampisti e attaccanti al tiro dalla distanza appena se ne presenta l’occasione. Questa soluzione, anche alla luce delle traiettorie beffarde dei palloni di nuova generazione, non consente solo straordinarie marcature come quella di Hamsik a Bucarest, ma mette in continua tensione le difese avversarie, costrette a lasciare meno spazio al portatore di palla e a marcare stretto l’uomo d’area per l’eventuale tap-in. L’uomo d’area è appunto la ciliegina su questa gustosissima torta, opera di Mazzarri che proprio ieri ha spento la sua prima candelina azzurra. Edinson Cavani, cinque gol in sei giornate, è sicuramente l’indice più evidente che qualcosa è cambiato. Pochi mesi fa le critiche si concentravano sulla “crisi del gol”, sulla necessità di avere un vero bomber. Ora gli azzurri hanno tra le proprie fila il capocannoniere della Serie A (a pari merito con Samuel Eto’o) e vantano il miglior attacco del campionato insieme con la Juventus (12 gol).
[Riccardo Rossi – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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