Napoli: società virtuosa, uomini da Champions. Ma si attende l’ulteriore salto di qualità

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Il Napoli torna in Champions League dopo ventuno anni dall’ultima apparizione e ci rientra dalla porta principale, la cui chiave d’accesso è data dal superlativo terzo posto ottenuto in una stagione i cui obiettivi erano, per bocca della società, di caratura minore rispetto a quanto conseguito.

Napoli ed il Napoli tornano grandi e ringraziano diversi fattori: in primis la società, il cui lavoro e le cui scelte sono premiate, oggi, da risultati all’altezza di una piazza quale quella partenopea. Sopra ogni cosa c’è l’acquisto di Edinson Cavani, rivelatosi poi il vero crac della stagione, ma alla base c’è un lavoro virtuoso che vede competere il Napoli alla pari con società in grado di spendere dieci volte il budget azzurro scavalcando criteri di fairplay finanziario, acquistando senza criterio giocatori in là con gli anni pur di vincere nell’immediato e ripianando i buchi del bilancio con aumenti di capitale che si traducono in mere immissioni di denaro da parte dei proprietari.

Passando al campo in senso strettamente tecnico come non evidenziare il fattore Mazzarri: il Napoli, lo si può asserire pacificamente, a bocce ferme non gode di una rosa da terzo posto ed in grado di contendere lo scudetto alle armate milanesi fino a qualche turno dal termine della contesa. Eppure è lì, in alto, grazie alla valorizzazione che il tecnico toscano ha impresso all’organico: giocatori comuni (Grava, Aronica, Pazienza, per citarne alcuni) sono divenuti da alta classifica, buoni giocatori (Cannavaro, Maggio, Dossena) sono ora cardini di una squadra in grande crescita, i fuoriclasse sono ora campioni stimati e corteggiati dall’intera elite del calcio europeo. Superfluo citarli. Un solo appunto, a prescindere da ciò che sarà: l’errore nei tempi. Perché manifestare le incertezze relative alla permanenza sulla panchina azzurra in corso d’opera? Risultato: confusione e nervosismo. Fattori che uniti all’inatteso quanto evidente crollo fisico hanno estromesso il Napoli dalla lotta scudetto.

Ma non si tolga nulla ad una stagione strepitosa: ora si dia merito ai giocatori. Cavani su tutti ok, un bomber da ventisei reti ed un guerriero che aiuta la squadra in copertura, classe, potenza e strapotere fisico. Ma in generale un gruppo in enorme crescita: tutti – nessuno escluso, neanche Mazzarri – al miglior risultato della propria carriera. Non si sottovaluti questo fattore nella costruzione della squadra che sarà: la crescita di un gruppo che, proprio per quanto appena asserito, è oltremodo affamato di gloria e successi.

Un gruppo inevitabilmente da rinforzare per ben figurare e non presenziare nel doppio impegno campionato-Champions League. “Se dovesse arrivare un grande giocatore non partirebbe nessuno, non siamo così stupidi da prenderne uno per togliercene un altro”, le parole di De Laurentiis nella festa post Napoli-Inter. Questa è la sensazione forte che dominò nell’agosto del 2010, quando l’arrivo di Cavani aprì le porte alla cessione di un insofferente Quagliarella (e ad un intera stagione disputata senza riserve di valore). Aggiunge il presidente: “Sanchez è un sogno nel cassetto, proveremo a battere la concorrenza ed acquistarlo”. Il Napoli si gioca una fetta rilevante della propria ambizione (e credibilità) in questa estate: che biglietto da visita, presidente! Un campione per la Champions, ma “non siamo così stupidi da prenderne uno per togliercene un altro”.

[Massimiliano Bruno Fonte: www.tuttonapoli.net]