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Napoli sogna!

Trascinata più che mai da “dio” Edinson Cavani (13 gol e vetta dei bombers), la squadra partenopea può coltivare la pazza idea dello Scudetto.

L’ultima vittima eccellente dei muli di Mazzarri è la nobile decaduta della Juventus: 3-0 con tripletta dell’uruguagio, che realizza l’ultimo gol a mo’ di scorpione. Adesso il Napoli veleggia a -4 dal Milan, coinvolto in un megarocambolesco 4-4 con la spumeggiante Udinese di fanta-Di Natale, che fa scattare un allarme in casa rossonera. L’Inter di Leonardo intanto pare abbia ripreso la retta via ed inizia pericolosamente a farsi sotto…

Il Girone d’andata è già concluso e, come si addice ai grandi epiloghi, è stata una conclusione col botto, anzi coi botti. E che botti!

Tutto inizia col clamoroso capitombolo della Roma a Genoa con la Sampdoria. In vantaggio con un eurogol di Vucinic, i giallorossi, vista la tenuta precaria dell’avversario, sembravano avviati ad una passeggiata salutare. Invece nel giro di non molto, in virtù di due errori grossolani, che mal si addicono alla classe di Juan, si son ritrovati a rincorrere la propria ombra, 2-1 e tanti saluti blucerchiati.

Per il popolo romano a condire d’amarezza la giornata no vi ha pensato altresì Ranieri, schierando solo nel recupero capitan Totti…per una di quelle scelte che lasciano basiti. Poi, consumatosi il piatto dell’ora di pranzo, Milan ed Udinese hanno dato vita ad una partita per cuori robusti, per un 4-4 da inscrivere nell’albo d’oro delle emozioni purissime. I friulani sprecano il doppio vantaggio di 3-1 (frutto di 2 gol di Di Natale, sempre lui! ed un gol di Sanchez) ed addirittura il 4-3 che pareva risolutivo, siglato dal panchinaro Denis.

Milan che perverrà all’insperato pari col solito “Ibracadabra” a tempo scaduto. Per i milanesi è un mezzo passo falso che comunque, al di là degli epiteti emotivi di circostanza e del bel calcio espresso dai rossoneri, suona come un campanello d’allarme inerente lo stato di salute del diavolo, già incornato contro la Roma, a San Siro… I rossoneri rimangono la squadra da battere per eccellenza, ma in un torneo duro ed imprevedibile come il nostro nessuno può dirsi al sicuro, nemmeno il Milan dei sogni dei vari ibrahimovic, Cassano, Robinho, Pato e Seedorf.

A chiudere una giornata coi fuochi d’artificio vi ha pensato al calar della notte il Napoli, che ha disintegrato l’armata Brancaleone (rieccola!) Juventus, 3-0 con un ancora epico Cavani, tripletta leggendaria, impreziosita dalla mossa dello scorpione, per uno dei gol (quello del 3-0) più belli della storia del calcio Mondiale. L’attaccante uruguagio è giunto al massimo della maturazione fisico-atletica: il tempo sta forgiando uno di quei mostri calcistici destinati a far storia (mi ricorda nelle sembianze e nella potenza poliedrica un certo Batistuta) … Al momento se ne giova il Napoli, tornato (forse stavolta non è solo un’illusione) il team magico di “Maradoniana” memoria, facendo scaldare anche i cuori più freddi della tifoseria partenopea. Sognare lo Scudetto non è roba da matti. Anzi, i partenopei hanno il diritto/dovere di credere nel miracolo, specie adesso che il livello medio del Campionato si è leggermente spianato, favorendo possibili “colpacci” di team poco blasonati come il Napoli e, perché no?

Lazio, anche se lo scivolone contro il Lecce non lascia tanti spiragli per il futuro. Gli uomini di Mazzarri hanno appena 4 lunghezze di deficit dai rossoneri, e se Cavani continuerà a sbranare la leggenda, tutto potrà succedere, anche che i muli spicchino il volo…

Occhio, fra i terzi incomodi, anche all’Inter, che dopo la cura Leonardo pare letteralmente rinsavita, per una rimonta Scudetto tutt’altro che impossibile. Il Girone d’andata certifica altresì la crisi della Fiorentina (non illuda il 3-2 in rimonta inflitto al Brescia), il fantasma di se stessa, pur giovandosi di un Gilardino mai domo. Continuando di questo passo la Zona B potrebbe presto coinvolgere i viola. Fra i bombers, abbiamo già tessuto le lodi di superman Cavani. Si assesta su livelli altisonanti pure il sempreverde Di Natale, per non parlare di Di Vaio, anch’egli non più un giovanotto, eppure sempre in vena di gol. Sortisce stupore altresì Crespo, che a 35 anni sta vivendo una seconda giovinezza… : se il Parma si salverà lo dovrà anche all’argentino.

Alberto Sigona
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Alberto Sigona

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