La squadra di Sarri ha fatto incetta di record nella stagione 2016-2017, tutto questo esprimendo un calcio meraviglioso da guardare
NAPOLI – Sarebbe stato l’anno buono. Quando fai 86 punti di solito lo scudetto lo porti a casa. Il Napoli invece è finito terzo. Un solo punto, un soffio se consideriamo le 38 partite giocate e 114 disponibili in totale, dalla Roma seconda. Davanti invece rimane la Juventus di Allegri. Campionato a parte quello dei bianconeri che ormai corrono solo contro se stessi e contro il fantasma chiamato Champions.
Tutti i record del Napoli
86 punti sono il massimo mai raggiunto dal Napoli in una stagione. Meglio dell’annata dello scudetto. Il Napoli di Maradona ne fece 51 con i due punti a partita, che diventano 72 contando i moderni tre. 2,11 punti a gara la media del Napoli di Diego. 2,26 quella del Napoli di Sarri. Non è questione di punti a partita o di quante squadre componessero la serie A prima e oggi. Il punteggio del Napoli è da record con qualsiasi chiave di lettura lo si guardi. 94 gol in campionato, 115 il totale di stagionale.
Frutto del gioco di Sarri, e di una squadra che ha perfettamente compreso la sua idea di calcio. Merito anche di un intuizione del burbero Maurizio: Mertens centravanti con buona pace di Pavoletti relegato in panchina. Il risultato è stato il bomber che non ti aspetti. Tornando ai punti sono stati 48, su 57, quelli raccolti nel girone di ritorno. 38 nelle ultime quattordici gare. Numeri monstre che si completano alla voce trasferte con 50 gol segnati a domicilio. Tutte vinte le sfide in trasferta con le romane e le milaesi.
Storico anche il 7 a 1 inflitto al Bologna nella sfida del Dall’Ara. Mai il Napoli aveva fatto così tanti gol in trasferta. Ultimo, ma non meno importante, il nuovo record alla voce differenza reti: +55. Robe da Sarri.
Oltre i record
I record fanno piacere, si sa. Si sa anche però che non sono titoli. Mere statistiche che tornano utili per lo più a giornalisti a corto di idee. Oltre i record però rimane il calcio di Sarri. Un calcio meraviglioso, pensato da un uomo che il calcio lo ama. Giocato da giocatori che fanno innamorare. Anche i complimenti non sono titoli. Ma arriveranno anche i titoli. Bisognerà tenere duro e credere in Maurizio il burbero. Forse se la Juventus vincesse questa maledetta Champions sarebbe appagata.
Forse già la prossima stagione può essere quella giusta. Gli ingredienti ci sono tutti: lo sfondo è una città da sempre croce e delizia, metafora di tutto quello che è sud. Un toscanaccio burbero, poco politically correct e con sigaretta d’ordinanza perennemente in bocca. Un gruppo di scugnizzi che si scoprono perfetti per un ruolo che in teoria non sarebbe il loro. Gli ingredienti della favola ci sono tutti e in effetti Napoli, e un po’ tutto il sud, meritano di vivere un altro sogno.