Nemmeno nella sceneggiatura più originale, dalla penna più bizzarra, dalla mente più estrosa sarebbe stato partorito un week-end calcistico come quello appena trascorso.
Una attesa lunga due settimane, ripagata da una serie incredibili di emozioni, ribaltoni e sorprese. Si è iniziato già al sabato sera dove l’Inter data da tutti per grande favorita veniva strapazzata da un Milan rigenerato dalla sosta. Dopo la schiacciante vittoria del diavolo spettava al Napoli rispondere allo scatto milanista, a restare ancora attaccatto alla ruota della capolista che tentava lo scatto decisivo sulla montagna che porta al tricolore. Ma questa stagione non ha niente di normale, di razionale, di prevedibile. Una mattina con il sole, uno stadio pieno ed una Lazio incerottata sembravano presupposti dell’inevitabile finale.
Ma il destino aveva tracciato un percorso ad ostacoli degno di un processo purificazione, che prevedeva la caduta, la rinascita, l’ennesima caduta prima delle catarsi finale. Cavani il purificatore di questo Napoli, capace di caricarsi sulle spalle i compagni ed uno stadio intero e riscrivere il finale di un film che in pochi minuti assumeva i tratti di un qualcosa di memorabile. Quanti sussulti, i due schiaffi di Diaz e Mauri, la rimonta in 180 secondi, la rete non vista di Brocchi, l’autorete di Aronica e poi…Poi Matador. Ancora. Ed ancora. Venticinque volte Cavani che stacca Vojac nella storia dei cannonieri del Napoli. Una doppia rimonta difficile da comprendere e da giustificare. Si deve parlare di cuore, di grinta ma sarebbe riduttivo. Bisognava esserci. In molti c’erano in questo tranquillo week-end di e da paura che consegna intatto un sogno cullato da settimane che assume contorno sempre più definiti.
[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]