Alla fine basta dire ‘grazie Pocho’ e poi festeggiare la qualificazione alle semifinali di Tim Cup. Mentre in casa Napoli permangono amarezza e rabbia per l’arbitraggio di Valeri (reo di nulla di scandaloso, sia ben chiaro), sponda nerazzurra resta la grande soddisfazione per un passaggio del turno che ha esaltato il carattere degli uomini di Leonardo. Niente calcio champagne, ma una prova di forza psichica che vale anche come replica a chi, dopo il k.o. fragoroso di Udine, vedeva un’Inter fragile dal punto di vista mentale. Complici anche le assenze e gli infortuni a partita in corso (soprattutto quello di Stankovic, ormai fondamentale per il gioco dell’Inter), la squadra di Leonardo ha tenuto bene il campo nel primo tempo, sfiorando anche il gol in maniera clamorosa con Cambiasso. Poi, nella ripresa e nei supplementari, qualche passaggio a vuoto di troppo ma comprensibile alla luce del valore dell’avversario, secondo in campionato e in un buon periodo di forma. Constatata la tenuta psicologica, ora non resta, per l’allenatore brasiliano, cercare di rinforzare quella fisica, visto che le energie con il trascorrere dei minuti nella ripresa si sono esauriti pericolosamente.
SEMPRE IL SOLITO CRUCCIO – Anche a Napoli, come nelle precedenti uscite senza Milito, l’Inter ha palesato fin troppe difficoltà a dare profondità alla sua manovra (per questo si cerca una punta). Il macedone, ben poco ispirato, si è dimenato inutilmente nel ruolo di punta centrale, lasciando il resto della porzione di campo offensiva a Eto’o. Nonostante il sacrificio, però, Pandev non è stato in grado di far salire la squadra, che ha sofferto la spinta del Napoli, supplementari compresi. Tra l’altro, l’ex Lazio è stato più volte richiamato dal suo tecnico, che gli chiedeva di aggredire gli spazi, senza però ottenere le risposte che si aspettava. Ancora una volta, senza il guizzo di Eto’o la macchina offensiva nerazzurra si è inceppata e, per la prima volte durante il nuovo corso, non è stata in grado di far gol.
BENE IN DIFESA (FINALMENTE) – Il lato positivo però è che, sempre per la prima volta, la difesa nerazzurra ha mantenuto inviolata la porta di Castellazzi, dopo sei precedenti con almeno un gol sul groppone. Non che l’avversario la rete non l’abbia sfiorata, anzi. C’è voluta una grande prestazione del numero 12 nerazzurro per consentire all’Inter di arrivare ai tiri dal dischetto. Positiva comunque la prestazione del quartetto difensivo, nonostante il cambio forzato Cordoba-Lucio. Spicca in particolar modo la prova di carattere di Ranocchia, sicuro al punto giusto nonostante soffrisse la velocità di Lavezzi prima e Zuniga poi. Ma si tratta di un pesante passo in avanti, che domenica contro il Palermo è chiamato a una conferma. Ok anche l’impatto di Mariga sulla gara, in una posizione (a sinistra del rombo di centrocampo) che non gli è particolarmente congeniale. Conferme anche per l’ottimo momento di Maicon, che anche nelle battute conclusive trovava la forza di scattare per andare al cross.
INTUIZIONE THIAGO MOTTA – Tatticamente parlando, Leo ha avuto un’intuizione molto interessante: proponendo Thiago Motta davanti alla difesa e avvicinando alle punte Cambiasso, si è garantito maggiore equilibrio dietro e più rapidità in avanti. L’italo-brasiliano, con i suoi piedi buoni e la sua sagacia tattica, ha permesso al reparto di mantenere lucidità, anche durante la fase di maggior pressione del Napoli. Nonostante i ritmi a volte alti, con l’aiuto dei compagni che gli hanno garantito il giusto movimento, Motta è stato abile a far girare bene il pallone e ad aprire il gioco nerazzurro. Non è un caso se l’occasione più ghiotta (la traversa di Cambiasso) nasca da un suo lancio chirurgico a Maicon. In pratica, lui e il Cuchu si sono scambiati le posizioni e l’idea ha pagato. A conferma che se sta bene, l’ex Genoa sa fare la differenza per la sua squadra.
VIOLATA LA REGOLA DEL SAN PAOLO – Ha ragione Mazzarri quando sostiene che il Napoli ha creato più occasioni da rete dell’Inter, ma la traversa-miracolo di De Sanctis nel primo tempo grida vendetta. Per il resto le folate dei partenopei sono state ben contenute, pur con eccesso di sofferenza, dalla retroguardia ospite. Ci può stare di subire su un campo dove la squadra nerazzurra non vince dal 1997 e, nelle ultime quattro occasioni, non aveva mai segnato (ora i precedenti diventano cinque…). In più, il valore del Napoli non è un mistero e andare al San Paolo portando a casa la qualificazione dopo aver difeso fino all’ultimo, in condizioni non semplici, il pareggio è un buon segnale. Chiaramente non è questa la vera Inter, così come quello battuto a inizio gennaio a San Siro non era il vero Napoli. La verità, come in molti casi, sta nel mezzo. Resta ora da vedere come i nuovi arrivi cambieranno il volto delle due squadre. Ma lo si scoprirà solo nel match di ritorno di campionato, nella speranza che i nerazzurri riescano finalmente a bucare la rete partenopea.
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]
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