Nessun dramma, la Roma è forte. L’arbitro non deve interessarci

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Nessun dramma, nessuna polemica. La Lazio ha vinto il derby (prima o poi doveva accadere per la legge dei grandi numeri), lo ha vinto meritando, con la Roma che una volta rimasta in dieci ha avuto difficoltà a rendersi pericolosa. L’arbitraggio non ha determinato l’esito dell’incontro, sebbene d’ora in avanti sarà difficile per chiunque sostenere che Tagliavento favorisca la Roma. Almeno questo. La Roma esce dal derby con zero punti ma con la convinzione di poter fare grandi cose quest’anno.

Luis Enrique deve ripartire dai primi 25 minuti, in cui la Roma ha fatto girare velocemente il pallone, con i giallorossi corti e aggressivi in campo, in grado di non far ragionare la Lazio correndo quindi pochissimi pericoli. Bisogna ripartire da Pjanic, bravo da trequartista, un po’ meno da interno di centrocampo, bisogna ripartire da Osvaldo (peccato per la mancata doppietta), puntuale in zona gol e bravo a fare a sportellate con Dias e Biava.

Bisogna ripartire dalla barricata eretta da Heinze, dalle parate di Stekelenburg e dalla voglia messa in campo dalla squadra.

Come ha sottolineato Luis Enrique nel post partita, bisogna invece capire perché la Roma rientri in campo dopo l’intervallo distratta, non determinata, assente. Tutti si concentrano sul rigore di Hernanes ma la Roma stava subendo troppo ad inizio ripresa e in precedenza erano stati bravi Kjaer e Cassetti ad evitare il peggio. Una cosa simile è accaduta contro l’Atalanta e non dovrà più ripetersi.

Lamentarsi del direttore di gara è inutile e dannoso, lasciamolo fare ad altri: “Non parlo mai dell’arbitraggio – ha commentato Luis Enrique – e anzi ho una voglia matta di giocare il derby di ritorno”.

[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]