Da allenatore Rocco è passato alla storia del calcio come colui che introdusse in Italia il "catenaccio", il modulo tattico prettamente difensivo ideato in Svizzera negli anni Trenta. Burbero, severo e - a parole - mai soddisfatto dei suoi giocatori, Rocco si relazionava con loro come un padre scorbutico ma estremamente affettuoso: abituato ad esprimersi nella sua colorita parlata triestina, venne quasi subito soprannominato "el paròn", "il padrone", soprannome che lo accompagnò per sempre. Nella stagione 1957/58 portò il Padova al terzo posto in A e negli anni successivi continuò a piazzarsi sempre nelle zone medio - alte della graduatoria. Dopo aver allenato la nazionale olimpica, Rocco fu ingaggiato dal Milan, dove vinse lo Scudetto al primo tentativo. Rocco mise in bacheca la prima Coppa dei Campioni del Milan e del calcio italiano, battendo a Wembley il Benfica di Eusebio. Dopo questi trionfi, Rocco finì al Torino, guidandolo per 3 stagioni, con l'acuto del terzo posto nella stagione 1964/65, per poi assumere l'anno successivo sempre coi granata nella stagione 1966/67 il ruolo di direttore tecnico. All'inizio della stagione 1967/68 Rocco fu ingaggiato nuovamente dal Milan con il quale conquistò nuovamente lo scudetto e, nello stesso anno, la Coppa delle Coppe. La stagione seguente fu ancora il turno del massimo alloro europeo mentre, in quella ancora successiva, dopo un memorabile sfida in Argentina contro l'Estudiantes, gli riuscì di conquistare la Coppa Intercontinentale Dopo aver guidato i diavoli per altre tre annate, vincendo ancora una Coppa delle Coppe nel 1972/73 e la Coppe Italia nel 1972 e nel '73, l'allenatore triestino lasciò il Milan a febbraio 1974 per divergenze con la dirigenza. - articolo letto 1224 volte