In qualità di allenatore e poi anche di segretario generale della federazione si occupò della nazionale austriaca dal 1912 sino alla morte, avvenuta nel 1937. Interruppe il suo impegno calcistico soltanto per prendere parte alla prima guerra mondiale, da lui combattuta sul fronte dell'Isonzo ottenendo anche una medaglia al valore militare. Quelli compresi tra le due guerre mondiali furono gli anni d'oro del "calcio danubiano", così detto perché praticato dalle squadre nazionali dei Paesi attraversati dal fiume Danubio: Austria, Ungheria e Cecoslovacchia, nel cui gioco si ravvisava una cifra comune, basata su un elegante stile di palleggio e notevoli doti atletiche. Come allenatore Hugo Meisl mise in bacheca gli unici trofei di rilevo della storia della nazionale austriaca: una Coppa internazionale nell'edizione 1931 – '32 ed una medaglia d'argento al torneo olimpico del 1936, in cui la sua squadra dovette arrendersi per 2 – 1 in finale agli azzurri guidati da un altro CT altrettanto abile e carismatico: l'eterno amico e rivale Vittorio Pozzo. Due moduli gioco che allora venivano maggiormente utilizzati erano il sistema, ideato dal britannico Herbert Chapman e il metodo, sviluppato da Vittorio Pozzo, CT dell'Italia, con cui Meisl operava in stretto contatto. Da allenatore Hugo Meisl operò una sintesi tra questi due schemi, dando vita ad un ibrido fondato sul dinamismo dei ruoli e sul possesso di palla, giocata costantemente raso terra con una fitta rete di passaggi. - articolo letto 1183 volte