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2008-09-21

Zona Cifrata: Catania - Atalanta


Numeri inconfutabili che delineano la realtà della gara, territorialmente dominata dall’Atalanta; bergamaschi a recitare la parte dei padroni di casa, quella di macinare gioco e creare occasioni, Catania intimidito e troppo impreciso anche a causa del pressing portato dalla mediana avversaria. Paga il cinismo da trasferta, che il Catania ritrova a sorpresa tra le mura amiche, un tiro nello specchio, una rete, quella decisiva, quella dell’ex, Paolucci.
L’Atalanta conferma il tabù del “Nove”, mai nella sua storia ha vinto consecutivamente le prime tre gare di campionato, ed allo stesso tempo mostra il suo miglior profilo, quello da trasferta, dove le squadre di Del Neri, da sempre, esprimono al meglio il loro potenziale di gioco. Un motivo in più, e dei pochi oltre il risultato, per il quale il Catania può ritenersi soddisfatto. E’ dominio Atalanta non solo nel complessivo squadra, anche nei ruolini personali il colore dominante è quello nerazzurro, tiri e passaggi, i recordman della gara sono tutti orobici, con Cigarini primo e Doni secondo in entrambe; ben 65 i passaggi riusciti al giovane centrocampista, neo acquisto, bergamasco, la sua squadra ne collezionerà più di 300; il Catania latita invece, in questo fondamentale, poco scorrimento di palla, poco meno di 200 passaggi riusciti, confusionari in una manovra che non trova il suo faro a centrocampo, l’asse più battuto è quello Sabato-Baiocco, andata e ritorno (circa 21 fraseggi), dal fronte opposto il rombo “Guarente-Cigarini-Garics- Floccari”, con oltre 80 fraseggi, la dice lunga su chi abbia avuto la supremazia a centrocampo.
A togliere le spine dai fianchi del Catania ci pensa Silvestre, l’unico rossazzurro, col suo secondo posto nel computo dei palloni rubati, ad entrare nei tabellini d’eccellenza. Sono 22 le azioni avversarie a terminare tra i piedi del centrale rossazzurro, preciso anche al momento di far ripartire l’azione, il 70% dei suoi passaggi trovano il compagno cercato, a battere tutti, in questo parametro, è Mascara, dei suoi 37 passaggi ben il 91% vanno dove vuole il calatino; da ponderare il 93% sui soli 16 scambi di Guarente, ma anche l’86% di Doni, a fronte dei suoi 67 tentativi. Manca il muro di centrocampo, pochi contrasti vinti dai giocatori rossazzurri, i più attivi sono Biagianti e Baiocco, ma non bastano, i colleghi in maglia nerazzurra sembrano aver il pallone incollato ai piedi, e pressano, in maniera omogenea (quasi 33-33-33) su ogni zona del campo, con particolare facilità a sfondare sulle fasce ( 45 cross) per poi rimettere al centro, dove si catalizzano il 63% degli attacchi e la quasi totalità delle conclusioni verso la porta di Bizzarri.
Il Catania, di par suo, sta molto largo sul terreno di gioco (pur serrando la distanza tra reparto e reparto), lasciando poco battuta la zona del cerchio di centrocampo, d’assoluto dominio ospite. In fase offensivo parecchio battuta la fascia sinistra, dove Mascara predilige incanalare il gioco (e dove orbita Paolucci), il 39% delle azioni avanzate del Catania si dipana in tal modo, la via più cercata resta tuttavia quella dello sfondamento centrale, anche se di poco (43%), dove anche Baiocco da’ una mano. Disastrosi i numeri di Sardo e Sabato, 3 cross effettuati in due, pochissimi contrasti vinti e troppi passaggi sbagliati; unici due nei in una difesa che ha retto bene l’impatto con la gara, Doni e Floccari ridotti alla quasi inattività in zona tiro, col capitano costretto ad arretrare il suo raggio d’azione a centrocampo e da là smistare in avanti per i centrocampisti, gli unici a concludere ma il più delle volte da fuori area.
Nello scacchiere tattico, basato sul 4-3-1-2, Biagianti gravita davanti ai due centrali, inamovibili e parecchio arretrati; Sardo e Sabato, esterni, si posizionano ben più in avanti, quasi a ridosso della mediana, per contrastare, almeno negli intendimenti iniziali di Zenga, le sgroppate di Padoin e Garics. Baiocco a sinistra, Ledesma a destra, da incontristi e propositori di gioco, Mascara trequartista, dietro alle due punte. In ciò brava l’Atalanta a tagliare i ponti tra il numero 7 ed i tre di centrocampo che avrebbero dovuto fornirgli palloni giocabili almeno sulla trequarti, presidiata però dal fortino orobico. Senza sbocchi sugli esterni, la manovra passa tutta dal calatino, costretto ad arretrare ed a dar di gambe(i crampi non gli arrivano per nulla)per far viaggiare la palla verso i due attaccanti che non possono accorciare le distanze più del dovuto, il rovescio della medaglia sarebbe stato spingere i difensori avversari a ridosso della metà campo etnea, conseguenza un assedio come nemmeno “Fort Alamo”. Concreti pericoli, per Bizzarri, 2, la botta di De Ascentis, sventata in angolo, e la zuccata di Floccari, fuori (tutti tiri sbilenchi il resto). Meglio il Catania, che oltre alla rete deve aggiungere il palo di Mascara, e le occasioni sprecate da Morimoto e Ledesma.
Bravo, il Catania, a non perdere la testa, a restare ordinato e, come detto dal suo stesso allenatore, “A saper soffrire”. Senza scomporsi la formazione di Zenga arretra e difende il risultato, non che ciò fosse messo in programma, ma dal sapersi adattare a situazioni tra le più imprevedibili passa il giudizio complessivo di una squadra, e le relative ambizioni.
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