Terzo trionfo iridato consecutivo (19° in totale) per l’Italciclismo: dopo il bis dell’accomiatante Bettini tocca al nuovo che avanza Ballàn conquistare l’Oro della vita. Argento per Cunego. L’ Italia resta così in Paradiso. È proprio il caso di dirlo: l’acqua continua a correre al mare, ovvero non ce n’è per nessuno. È quanto avviene al Mondiale di ciclismo su strada professionisti da tre anni a questa parte, per una Nazione, quella italiana, che ormai sembra abbonata alla gloria iridata. Se al Tour de France viviamo un periodo di “nefandezza” non rispettoso della tradizione, di tutt’altro respiro è la congiuntura per le corse d’un giorno che continuano a vederci spadroneggiare come non mai. Basti pensare che l’ultimo trittico azzurro prima d’ora si era verificato nel preistorico 1932 con Binda che succedeva nell’allora neonato Albo d’Oro a Guerra ed a se stesso. Mentre l’ultima doppietta sul podio (Oro e Argento) avveniva nel lontano 1972 con cuore matto Bitossi che veniva beffato da Basso. Oggi è toccato alla coppia Ballàn-Cuenego rinverdire quei fasti che sembravano impareggiabili. Il tutto dopo il doppio trionfo targato Bettini, quello stesso corridore, come in pochi ce ne sono stati dalle nostre parti, che proprio in questa prova Mondiale annunciava l’addio alle corse dopo aver vinto tutto: dal Mondiale (è stato anche vicecampione), appunto, vinto 2 volte, all’Olimpiade 2004; dalla Sanremo alla Liegi (bis); dall’Amburgo al Lombardia (bis). Il momento dell’addio è apparso quanto mai opportuno visto che ormai il grillo faticava a saltare se non in sporadiche occasioni (tipo alla Vuelta). Per un passaggio di consegne in piena regola. Dal leggendario Bettini al promettente nuovo che avanza Ballàn (già messosi in luce nelle grandi classiche, non lesinando vittorie come al Fiandre). Il corridore di Castelfranco Veneto si è reso protagonista di una classica azione che ha reso famoso proprio Bettini. Con uno scatto bruciante ha piantato il gruppo èlite (orfano dei favoriti Bettini, Valverde e Freire Gomez), dove vi erano anche gli attivissimi Cunego e Rebellin (argento alle ultime Olimpiadi), a 3 km dall’epilogo, esternando in pianura una condizione che finalmente corrispondeva al suo charme. Ballàn ha così tagliato in solitario il traguardo di Varese, incidendo sulla roccia il suo nome, iscrivendolo nell’albo d’oro della kermesse per eccellenza. E' nella storia dello sport. A perfezionare la deificazione italica vi ha pensato Cunego che ha regolato in volata il danese Breschel e l’altro italiano Rebellin, eterno piazzato. Insomma, è stata una giornata trionfale sotto ogni aspetto, suggellando un momento sfarzoso per un movimento che fino al 2002 faticava ad emergere, e che ora lascia alle altre Nazioni soltanto le briciole. Persino la mai doma Spagna è costretta ad assoggettarsi al nostro strapotere. Complimenti dunque a Ballàn, ma non possiamo esimerci dal ringraziare, concedendogli il legittimo valore, il Ct Ballerini, giunto al suo 4° iride (anche il trionfo di Cipollini fu opera sua!), per una gloria che porta anche la sua firma. Ma ricordiamo in breve le precedenti vittorie azzurre. Nel 1927 trionfò Binda davanti a Girardengo (ormai vecchiotto) e Piemontesi, per quella che fu la prima ed unica tripletta italiana. Binda bissò nel ’30 e ’32, con nel mezzo il trionfo di Guerra nel ’31. Nel dopoguerra il primo a laurearsi Campione fu Fausto Coppi nel ’53, poi nel ’58 toccò a Baldini. Nel ’68 tagliò il traguardo per primo Adorni e 4 anni dopo si registrerà il successo di Basso. L’anno dopo tocca a Gimondi entrare nella storia e nel ’77 ci sarà gloria per F. Moser. Nel 1982 vince Saronni; 1986 Argentin; 1988 Fondriest; 1991 e ’92 doppietta di Bugno. Poi arriverà un lungo digiuno, prima dell’apoteosi che principierà nel 2002 con Cipollini per poi proseguire con il bis di Bettini nel 2006 e 2007 e con la glorificazione di Ballàn. Adesso bando ai ricordi ed alle statistiche. Nunc est bibendum, ora (più che mai) è tempo di festeggiare. Per la cronaca dopo questa corsa appenderà la bici al chiodo anche un signor velocista rispondente al nome di Zabel: in cima al suo palmares 12 tappe al Tour e 4 Milano-Sanremo. - articolo letto 294 volte