Mancano ormai pochi mesi e la Guerra scriverà pagine indelebili nella storia del nostro Paese. Tuttavia c’è ancora tempo per qualche diversivo, il calcio in primis.
A principiare una epopea terminata soltanto con la tragedia di Superga sarà il Torino, ricordato dai posteri come uno squadrone imbattibile, composto da marziani, tanto da valere l’appellativo di Grande cui ormai si identifica gioco forza quel team che per alcuni anni annebbiò persino la mitica Juve, specie per la crisi che ormai da anni interessava i bianconeri. Il Torino durante l’ultima campagna estiva si è rinforzato a dovere con gli innesti di Loik e Mazzola che solo pochi mesi fa avevano fatto sognare il Venezia con le loro prodezze inusuali.
I granata vantano nelle proprie fila anche Gambetto che sarà uno degli artefici di quel team da paura. Il tricolore fu vinto in rimonta sul Livorno quasi neopromosso. Il Torino arrivò all'ultima giornata, in testa d'una sola lunghezza dopo una rincorsa baldanzosa.
Il Livorno ospita un Milan che ha acquisito la matematica salvezza, mentre al Torino toccava recarsi in quel di Bari per un team che si giocava la salvezza: il Livorno vincerà facile per 3-1. A pochi minuti dal termine i granata sono inchiodati sullo 0-0 da un Bari che con tale risultato sarebbe salvo per un punto, e i piemontesi a pari punti con i toscani. Ma all'86° Mazzola fa esplodere di gioia i propri supporters, ammutolendo quelli del Bari che così retrocede.
Il Torino ritornò campione a quindici anni di distanza dall'ultimo successo. Titolo marcatori all'inossidabile Piola. Ma i festeggiamenti durano poco, c’è una guerra tragica con cui fare i conti. La A si dovrà fermare alcuni anni, poi si ripartirà, ed a dettar legge più che mai sarà il Torino, che aveva appena intrapreso una parabola ascendente da leggenda.
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