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2008-10-05

Genoa-Napoli: la chiave tattica


Napoli di scena a Genova dopo l’eliminazione dalla Coppa Uefa che potrebbe avere delle ripercussioni psicologiche per una squadra giovane come quella azzurra.
Per quanto concerne l’aspetto tattico, il Genoa di Gasperini è una squadra che si esprime molto bene soprattutto in casa. Nel 3-4-3, modulo adottato dai liguri, sono fondamentali le prestazioni degli esterni sia del tridente d’attacco che di centrocampo. I liguri amano impostare il gioco partendo dalla retroguardia affidandosi ai fluidificanti di centrocampo che si abbassano verso la difesa o, in alternativa, al regista (Vanden Borre o Juric).
Sulle corsie laterali sono importanti i raddoppi per avere sempre la superiorità numerica e avanzare. In tal senso, gli esterni devono aiutarsi l’uno con l’altro sia nella fase difensiva che di possesso per assicurare, così, la funzionalità del 3-4-3.
A Gasperini mancherà Gasbarroni che in questo inizio di stagione è stato preferito a Palladino proprio perché interpreta in maniera ottimale il ruolo di esterno offensivo del 3-4-3, andando spesso a dare man forte a Modesto.
Per bloccare l’azione propositiva dei padroni di casa, il Napoli dovrà evitare di andare in inferiorità numerica sulle corsie e andare in pressing sul regista che rappresenta l’alternativa per i difensori genoani in fase d’impostazione del gioco.
Pazienza, o preferibilmente Gargano a seconda di chi sarà il centrale in mediana, dovrà andare in pressing sul regista mentre Maggio e Mannini dovranno marcare alti gli esterni Modesto e Rossi (o Mesto) per bloccare il gioco di Gasperini alla fonte. Per quanto riguarda gli esterni d’attacco, nel momento in cui si muovono verso i fluidificanti per trovarsi in superiorità numerica sulle fasce, la difesa deve inevitabilmente salire per evitare l’inferiorità a Maggio e Mannini.
Tutto questo è chiaramente favorito da un discreto pressing sui difensori da parte delle punte che Denis sembra più adatto a compiere rispetto a Zalayeta. Il Genoa attaccherà e per questo motivo, la fase offensiva azzurra dipenderà innanzitutto dalla capacità di opporsi ai tentativi di manovra rossoblu sopra indicati. Se Maggio e Mannini dovessero riuscire a posizionarsi alti, per loro sarà più semplice anche appoggiare le punte insieme ad Hamsik. Tra l’altro Denis, a differenza di Zalayeta, diventa utile e pericoloso quando arrivano i cross dal fondo, possibili solo tenendo gli esterni non troppo lontani dall’area avversaria. Vedremo…
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