Non confondiamo lo sport amatoriale con quello che vediamo in TV
LO SPORT - La definizione: “Lo Sport è l'insieme di quelle attività, fisiche e mentali, compiute al fine di migliorare e mantenere in buona condizione l'intero apparato psico-fisico umano e di intrattenere chi le pratica o chi ne è spettatore”.
A seconda dell’importanza lo sport si divide in amatoriale, dilettantistico e professionistico. Quest’ultimo è quello più importante, come lo intendiamo noi che lo vediamo in Tv e lo leggiamo sui giornali, quello seguito insomma dai Mass Media e che ci appassiona notevolmente. Gli atleti professionisti sono pagati per svolgere la propria attività e possono essere considerati dei lavoratori dello spettacolo a tutti gli effetti. Ormai lo sport professionistico si è distaccato totalmente dalla prerogativa originale di far divertire e basta. Adesso il business viene prima di tutto con tanto di scacco ai nostalgici e moralisti. Possiamo addirittura considerare lo sport professionistico nocivo alla salute di chi lo pratica (a causa degli infortuni cui gli atleti sono maggiormente soggetti rispetto a chi lo pratica unicamente per svago e delle medicine che questi assumono per combattere la fatica, ecc..), andando all’opposto con lo sport amatoriale. Sono molti gli atleti che dopo aver smesso l’attività hanno accusato problemi all’apparato scheletrico, in certi casi sviluppando vere e proprie malattie (la SLA ad esempio viene imputata ad un eccesso di agonismo). Ed alcuni casi li ricordiamo sinora. Van Basten ad esempio dovette abbandonare l’attività a 28 anni per i traumi alle ginocchia. Per non parlare di Sammer, Casiraghi, Fontaine, Baggio… tutti costretti ad appendere anzitempo le scarpe al chiodo. In molti casi si forza l’organismo al fine di essere sempre competitivi, accelerando ad esempio i tempi di recupero dagli infortuni. - articolo letto 1914 volte