LA DEFINIZIONE TECNICA - Per doping s’intendono tutte quelle sostanze e metodi in grado di alterare le prestazioni sportive di un’atleta, magari peggiorandone alla lunga lo stato di salute. Il termine deriva dalla parola inglese "dope": essa in principio indicava una mistura di vino e tè bevuta assiduamente dagli schiavi americani al fine di rimanere attivi e lavorare a dismisura. IL DOPING NELLO SPORT - Il doping è naturalmente vietato dai vari regolamenti sportivi e negli ultimi anni si sono inasprite le sanzioni per i trasgressori che malgrado ciò non latitano, anzi, pare che addirittura stiano aumentando come si è potuto constatare all’ultimo Tour de France che rischia di essere interamente reiscritto. Al fine di porre fine a questo caos dovuto a squalifiche e gare decise a tavolino si era addirittura ventilata l’ipotesi di legalizzare il doping, ma ciò porterebbe a delle gare farmaceutiche più che agonistiche. Ed i problemi alla salute sarebbero catastrofici. Si assisterebbe ad una corsa alla farmacologia. Vincerebbe il più dopato e non il più bravo. IN PRINCIPIO FURONO I PAESI FILOCOMUNISTI - In principio ad utilizzare quasi fosse la norma sostanze dopanti furono i paesi dell’Est come la DDR negli anni ’60. Le innumerevoli vittorie ottenute dai rappresentanti di quei paesi sono state per questo inficiate moralmente, come nel caso della nuotatrice Otto. In quegli anni fra l’altro si ignoravano i gravi problemi di salute che queste sostanze causavano e quindi se ne eccedeva liberamente. Ciò naturalmente ha portato a gravi danni fisici e psicologici per molti atleti e c'è anche chi addirittura come la pesista Heidi Krieger è stata costretta visti gli ormai enormi cambiamenti nel fisico a diventare uomo. Il primo caso clamoroso di doping fu Ben Johnson che vinse i 100m a Seul per poi essere squalificato. Attualmente è punibile sia l'atleta che fa uso di sostanze dopanti, sia il medico che le prescrive o somministra, sia chi fa commercio dei farmaci vietati. Fra gli ultimi casi clamorosi ricordiamo i ciclisti Riccò, Sella, Schumacher, Kohl (3° al Tour 2008) tutti caduti sulla CERA, ovvero l’EPO di ultima generazione, la sostanza più diffusa nel mondo sportivo, riscontrabile nel sangue degli atleti da pochissimi mesi. FURBETTI O DEFICIENTI? - Secondo i più il doping sarebbe sempre un passo avanti dell’antidoping e ciò renderebbe problematico smascherare i furbetti del quartierino. Ammesso che si possano definire tali, visto che alla fine a pagarne le spese è sì l’intero sistema sportivo che perde di credibilità ma è soprattutto la loro salute che viene minata irreversibilmente, specie quando del doping si fa la ragione di vita. SI INIZIA DA RAGAZZINI - E la cosa che più fa paura è che l’assunzione di sostanze dopanti è altresì diffusissima fra i giovani, magari nelle palestre per irrobustire la massa muscolare o per battere nella corsa un amico. Insomma il problema è molto radicato e per debellare questo autentico virus bisognerebbe agire alla fonte visto che la piaga che affligge lo sport professionistico è solo la punta dell’iceberg. - articolo letto 784 volte