La vittoria nel “derby d’Italia” contro la Juventus, lancia l’Inter ad una minifuga solitaria in testa alla classifica. I nerazzurri, infatti, approfittando anche del 2-2 sul quale è stato fermato il Milan dal Torino nel posticipo serale, si ritrovano a +3 dai cugini rivali ed a +6 sull’accoppiata Juventus-Napoli. E domenica, a San Siro, ci sarà proprio la supersfida contro i partenopei, feriti dal gol al 95’ di Conti, senza il quale ora sarebbero al terzo posto solitario in classifica. Dicevamo dell’Inter: una squadra che non brilla, ma vince. E nel calcio, contano solo i tre punti, il resto è nulla. Con Josè Mourinho sulla panchina nerazzurra, la squadra non sta praticando certamente un ottimo calcio, ma è decisamente molto concreta e cinica quanto basta a portare a casa l’obiettivo principale. Oltre al campionato, anche in Champions la questione sul passaggio del turno sembra archiviata: vedremo, a differenza di quella di Mancini, dove arriverà l’Inter di Mourinho. “Lotteremo su tutti i fronti” ha detto ieri il presidentissimo Massimo Moratti che, al termine del match di sabato sera contro la Juve, ha esultato come un vero ultrà in tribuna. La partita di domenica pomeriggio contro il Napoli servirà come ulteriore conferma (qualora ce ne fosse bisogno) della forza dell’undici nerazzurro, in quanto la squadra di Reja è quella più imprevedibile del campionato e arriverà a San Siro decisamente arrabbiata per il pari di ieri contro il Cagliari.
I PUNTI DI FORZA – Considerando tutto il reparto arretrato dell’Inter, il vero punto di forza è tutto nell’estremo difensore: il portiere Julio Cesar. Il brasiliano è una vera e propria forza della natura, essendo capace di sfoderare parate decisive in ogni partita. Per ultima, quella straordinaria su colpo di testa di Del Piero che sarebbe potuto valere il pari juventino. Un giocatore dalle doti straordinarie che, anche in caso di giornata storta della sua difesa, fa reparto da solo e più volte ha tolto le castagne dal fuoco per la sua squadra, conducendola a successi importanti: le sue parate equivalgono ad altrettanti gol degli attaccanti. Altro punto di forza è l’esterno destro Maicon: il brasiliano funge da vero e proprio stantuffo sulla corsia di destra, difendendo ma anche proponendosi in avanti come attaccante aggiunto. È sotto gli occhi di tutti ancora la discesa poderosa e la rete siglata al “Granillo” di Reggio Calabria: un gol da vero attaccante di razza. Uno degli acquisti più azzeccati dell’era Moratti. I queste ultime settimane, poi, Mourinho ha ritrovato un altro tassello importante del suo reparto arretrato: Walter Samuel. L’argentino ha sfoderato due ottime prestazioni contro Juventus e Palermo, sintomo che ha smaltito il lungo infortunio ed è pronto a guidare la difesa nerazzurra, assieme ai vari Materazzi, Cordoba e Maxwell. Passando al centrocampo, era sul punto di dire addio in estate Dejan Stankovic: Mourinho, invece, l’ha come rivitalizzato ed ora è un vero tassello intoccabile per la mediana nerazzurra. Assieme a lui, non poteva mancare il nome di Esteban Cambiasso, un baluardo a centrocampo capace di fare reparto da solo; inesauribile, come sempre, il capitano Javier Zanetti: dove lo metti, lui gioca. E non è poco alla sua età. E poi c’è il colosso francese, Patrick Vieira che, se non fosse troppo irruento e anche bersaglio di troppi infortuni, sarebbe un giocatore fondamentale per questa squadra. Ed eccoci all’attacco, il reparto più ricco di tutta la rosa nerazzurra. Inutile dire che su tutti c’è Zlatan Ibrahimovic, il giocatore che finora non ha mai riposato e grazie al quale l’Inter si gode il primato solitario. Memorabile la doppietta al Palermo, gara vinta praticamente da solo dallo svedese. Inutile aggiungere altro. Oltre a lui, importante l’apporto di Julio Cruz: “el Jardineiro”, anche quest’anno, sta dimostrando il suo valore aggiunto entrando dalla panchina. Le sue tre reti messe a segno fin qui in campionato, sono valse 9 punti (specie quelle contro il Lecce e l’Udinese) e scusate se è poco. Grande merito di Mourinho è l’aver creduto e rivitalizzato uno come Adriano: il brasiliano, tornato in estate dopo un periodo passato in Brasile, al San Paolo, sembra essere tornato quello di un tempo, anche se il gol non arriva di frequente come in passato. La vera “bufala”, almeno fin qui, è rappresentata dal portoghese Ricardo Quaresma: arrivato per 20 milioni di euro dal Porto, sembrava dover essere l’arma in più per rendere l’Inter imbattibile. Invece, si sta dimostrando tutto fumo e niente arrosto, tanto che sono due gare che Mourinho lo lascia in tribuna. Una domanda vale la pena farla: ma serviva un giocatore così ad una squadra già di per sé molto forte? Sempre in avanti, dalla Roma è arrivato Amantino Mancini che, dopo un avvio importante, è andato via via scemando, tornando quello che era nella squadra giallorossa nell’ultima parte della stagione: svogliato e senza idee. Anche per lui, due tribune nelle ultime due gare: Mourinho non ammette giocatori fuori forma. E fa bene. Chi sembra aver perso il posto in squadra è la rivelazione dello scorso anno, Mario Balotelli: convocato nella Nazionale di Casiraghi Under21, “Super Mario” fatica a convincere Mourinho, tanto che si parla già di sirene inglesi per lui: e sarebbe un vero peccato, quando potrebbe fare la differenza, se non nell’Inter, almeno in un altro club italiano. - articolo letto 262 volte