Stadio Via del Mare di Lecce: la legge è uguale per tutti?
Quando nel 2006, in seguito alla morte dell'Ispettore Raciti, furono emanate le nuove norme antiviolenza, tutti gli stadi ma soprattutto i tifosi si sono adeguati o hanno dovuto farlo.
Oltre ai tornelli, ai biglietti nominativi, ciò che più andava a colpire i sostenitori era il divieto di introdurre bandiere e striscioni, tamburi e megafoni. In poche parole era il divieto di aggiungere folklore al tifo. Pian piano in tutti gli stadi d'Italia si sono raggiunti dei compromessi, e quasi tutte le tifoserie locali espongono striscioni e sventolano bandiere. A Lecce no, a Lecce questo non succede. A Lecce ancora oggi c'è una repressione totale in tal senso, niente bandiere, niente striscioni, niente sciarpe che non inneggino alla squadra. Qualcuno che non conosce la situazione penserebbe: Bene finalmente un luogo dove le leggi vengono fatte rispettare.
E INVECE NO
LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI, è la frase che leggiamo in tutti i tribunali e che ci siamo sentiti dire fin da quando eravamo bambini. Ma evidentemente questo non vale per il Via del Mare. Al Via del Mare la legge non è uguale per tutti, c'è una legge magnanima per i tifosi ospiti e c'è una legge repressiva per i sostenitori locali, quando si suol dire due pesi due misure.
Le avvisaglie si sono avute fin da dopo l'entrata in vigore del nuovo decreto, ma la certezza la si è avuta dopo il derby dello scorso anno (Lecce - Bari). Da una parte i tifosi del Lecce, che non potevano portare uno striscione (e va bene) non potevano portare maglie recanti scritte offensive (e va bene), un vecchietto non poteva portare una bottiglietta d'acqua per rinfrescarsi (ricordo che eravamo a Maggio) e un bambino non poteva portare uno zainetto di dragonball con dentro un panino e un sorso d'acqua. La curva sud veniva data ai tifosi avversari per evitare contatti, spostando in altro settore chi ha pagato per un servizio (abbonamento in curva sud) che in quel caso non ha ottenuto. I tifosi giallorossi si sono accomodati ai loro posti, hanno lasciato viveri e bevande, bandiere e magliette senza fare troppe storie, peccato che di contro si sia avuta una curva sud impestata di bandiere tamburi e megafoni. Si è avuta un'entrata in massa dei tifosi ospiti senza alcun controllo (ma i famosi tornelli? ), che hanno letteralmente devastato quella parte dello stadio.
Quest'anno è serie A, facile prevedere un afflusso di massa nei bigmatch. Succede contro il MIlan dove si avevano tifosi rossoneri in ogni settore dello stadio, e solo la civiltà del pubblico leccese evita il degenerare di situazioni prevedibili.
Ma il paradosso si raggiunge con Lecce-Juventus. Non solo ogni settore era invaso da tifosi ospiti, ma addirittura si assisteva a veri e propri gruppi organizzati bianconeri nella curva sud, curva ricordiamo che alloggia tifosi salentini. E come se non bastasse i tifosi giallorossi hanno dovuto assistere inermi all'esposizione di striscioni.
Premettendo che sostenitori salentini hanno visto negarsi autorizzazioni perchè il loro striscione non inneggiava alla squadra, ci è stato detto che quegli striscioni erano autorizzati, ma gli striscioni degli ospiti sono autorizzati per il settore ospiti non certo per il settore giallorosso. Ad un tifoso lecce è stata tolta la sciarpa "AFRIKA SBALLATA" storico gruppo di tifosi leccesi, ma agli juventini è stato permesso di esporre uno striscione con la dicitura "VICKING" in uno settore non ospiti.
La domanda che rivolgiamo al questore, all'UsLecce e a chiunque voglia farsene carico è questa:
SE A LECCE SI APPLICA LA LEGGE ALLA LETTERA, PERCHE' AGLI OSPITI E' CONCESSA TUTTA QUESTA LIBERTA?
Ci fa piacere che il Dr Fenucci abbia chiesto scusa alla tifosa juventina che era nel settore giallorosso, aspettiamo adesso le scuse a TUTTI i tifosi leccesi per quello che subiscono di domenica in domenica. - articolo letto 2043 volte