Dura lezione inflitta dal Brasile di Dunga alla Nazionale Italiana di Lippi. Chissà se finalmente il nostro CT si ravvederà. Chissà se adesso si sarà reso conto dell’infelicità delle sue scelte, che più che premiare lo stato di grazia dei giocatori si mostra sensibile verso le simpatie personali. Simpatie che di certo non nutrirà nei confronti di Cassano e soprattutto di quel “povero” Del Piero già relegato nel dimenticatoio quasi fosse una scarpa rotta. Pinturicchio, è vero, alcune volte si è palesato sotto le più lodevoli aspettative, ma anche a mezzo servizio il suo contributo alla lunga paga. Perché se Alex non è proprio in condizioni brillanti ritrasforma in un semplice operario, dedito però al bene della squadra, senza perdersi in vani preziosismi egoistici, senza mai smarrirsi ai margini del match. E adesso che non c’è un po’ tutti ci rendiamo conto di quanto la sua presenza in campo sia una discriminante cardine nell’economia del gioco. Ma ciò Lippi e compagnia bella (anzi brutta) non lo vogliono capire. Fanno orecchie da mercante. Ma così facendo non fanno altro che autolesionarsi, come riuscì a Donadoni che risolse il suo Europeo in una Caporetto moderna. Ci si continua ad affidare a Di Natale il quale negli appuntamenti che contano è ben lungi dal non fare cilecca. Ci si aggrappa a Pepe, sempre evanescente in azzurro. O all’acerbo Rossi. Bene, questo è il risultato. E non mi riferisco esclusivamente al 2-0 rimediato a Londra al cospetto di un grande Brasile, ma in senso lato al gioco espresso dai nostri, che non scordiamolo sono Campioni del Mondo in carica. Sin dall’inizio, al di là del gol annullato a Grosso, gli azzurri sono apparsi timorosi dell’avversario, specie a centrocampo, ove i carioca ci hanno surclassato sia sul piano della manovra che sul piano atletico, coprendo, attaccando gli spazi, i portatori di palla, insomma non ci hanno fatto girar palla, semmai ci han fatto girare qualche altra cosa…Specie al nostro ct che ad ogni minuto che trascorreva invano fra inquietudini e speranze diventava sempre più scuro in volto, come se lo attendesse chissà quale martirio. Il “sadomasochista” Lippi non dovrebbe sorprendersi del gioco abulico dei suoi ragazzi. Finora han vinto solo con squadre che chiamarle tali è già un complimento. Non appena però incrociava i guantoni con qualche team appena abbozzato ecco che erano dolori o quasi, cavandocela stento. Al primo vero esame le abbiamo prese. Chissà al prossimo Mondiale cosa combineremo. Ci sarà un remake dell’ultimo Europeo? Beh, senza Del Piero e Cassano temo proprio di sì. E a maggior ragione se anche un certo Cannavaro comincia ad accusare l’età. Se Grosso pare sia rimasto fermo a “Germania 2006”. Se il centrocampo è inesistente. Se alla nostra inadeguatezza si aggiungerà il giusto riscontro sul campo. LE PAGELLE DEGLI AZZURRI
BUFFON 6,5; ZAMBROTTA 7 LEGROTTAGLIE 6,5 CANNAVARO 6 GROSSO 5; DE ROSSI 5 (AQUILANI 4) PIRLO 5,5 (DOSSENA n.g.) MONTOLIVO 5,5 (PERROTTA 4); PEPE 5 (G.ROSSI 6,5) GILARDINO 5 (TONI 5) DI NATALE 4,5 (CAMORANESI 4,5) - articolo letto 331 volte