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2009-04-09

Storia del Tour De France: dal campione per caso Walkowiak alla favola di Aimar


1956 WALKOWIAK CAMPIONE PER CASO
Una fuga da lontano in una tappa pianeggiante decide a sorpresa il Tour. Se lo aggiudica il francese Walkowiak, un outsider, il quale riesce a difendere in montagna il cospicuo margine sui concorrenti. Una vittoria entrata a suo modo nella storia del Giro di Francia. L’Italia si aggiudicò 6 tappe: 1 con Padovan, 1 Fantini, 1 Nencini, 3 Defilippis. Da segnalare le 4 vittorie del francese Hassenforder. Walkowiak in seguito non seppe confermarsi né al Tour né in altre corse meno impegnative e importanti. Così in dieci anni da professionista ha ottenuto solo una decina di successi.
1957 L’EPOPEA DI ANQUETIL HA INIZIO
Nel 1957 ha inizio l’epopea del francese Anquetil, degno erede di Bobet. Jacques vincerà codesto Tour a redini basse. Anquetil è un ciclista che costruisce i suoi successi a cronometro per poi difendersi in salita. L’Italia vinse 6 tappe con Baffi, Nencini, Defilippis, ognuno 2 volte.
1958 L’ITALIANO FAVERO E’ BEFFATO DAL MITICO GAUL
Quello del 1958 fu un Tour atipico, uno di quelli destinati a divertire la gente per l’imprevedibilità, scardinando ogni certezza e consuetudine. Un tour d’altri tempi. Il lussemburghese Charly Gaul sin dalle prime battute sembra un corridore fantasma. Ne approfitta in primis Vito Favero. L’italiano grazie alla sua regolarità in salita (ed al ritiro di Anquetil), ed a qualche gran fuga da lontano in tappe soft, riesce a conquistare persino la maglia gialla dopo 14 tappe. Il suo vantaggio su Gaul è ormai colossale: 10’41’’. Alla 18^ tappa, nella cronoscalata del Mont Ventoux, perde oltre 7’ dal vincitore Gaul, imbattibile nelle gare contro il tempo. Nella tappa successiva, di alta montagna, Favero guadagna 10’ su Gaul. Sembra il sigillo alla vittoria finale. La classifica generale recita: 1° Geminiani, 2° Favero a 3’17’’. Staccatissimo Gaul a 15’12’’!
Alla 21^ tappa -da Briançon a Les Bains- Gaul compie un’impresa alla Bartali o alla Coppi: vince in solitario, Favero giungerà 3°, ma con oltre 10’ di gap. Favero si riprende la maglia gialla, ma ha ormai un risicato vantaggio sul più pericoloso avversario: Gaul è ad appena 1’07’’. Nell’ultima asperità, una crono di 74 km con arrivo a Dijon non ci sarà scampo per il nostro atleta. Gaul come da copione s’impone con 3’17’’ su Favero che non può far altro che tirare giù il cappello davanti alle gesta mitiche del lussemburghese. L’Italia si consolò col podio di Favero (2° posto), con 5 tappe (Baffi, Padovan, Baffi, Nencini e ancora Baffi) e con 6 m.g. con Favero stesso.
1959 BAHAMONTES TRIONFA: E’ LA RIVINCITA DEGLI SCALATORI PURI Se si eccettuano i successi di Bartali, nel secondo dopoguerra le vittorie del Tour erano state sempre di corridori bravissimi a cronometro, mai dei puri scalatori. I vari, Coppi, Bobet, Anquetil e Gaul, erano sì dei grandi o grandissimi scalatori, ma potevano far leva anche o soprattutto (specie Anquetil) sulle crono. Prerogativa che fra l’altro primeggerà sino ai giorni nostri; basti pensare agli Indurain, Ullrich, Armstrong…Bahamontes (spagnolo) invece non poteva contare che sulle montagne, dove costruiva i suoi successi. Alla fine Bahamontes conquistò a sorpresa la Gran Boucle con 4’01’’ sul francese Anglade e 5’05’’ sull’altro francese Anquetil. Gli azzurri si faranno onore vincendo 4 tappe: Favero, Bruni, Bruni e Baldini futuro olimpionico.
1960 NENCINI RIPORTA IL TOUR IN ITALIA
Gastone Nencini riporta il Tour in Italia dopo 8 anni, dominando la corsa senza tanti patemi. Nencini precedette di 5’02’’ l’altro italiano Graziano Battistini. Gli azzurri in quel Giro francese vinsero 4 tappe (Defilippis e Battistini, 2 ciascuna). Indosseremo 14 volte la m.g., con Nencini.
1961 ANQUETIL SU TUTTI
Anquetil non concede nulla agli avversari e và a vincere con oltre 12 minuti sul nostro Guido Carlesi e Charly Gaul. Gli azzurri vinceranno 3 tappe, 2 proprio con Carlesi ed 1 con Mssignan. Darrigade si aggiudica 4 frazioni.
1962 ANQUETIL SI AGGIUDICA IL TOUR GRAZIE ALL’ULTIMA CRONO
Stavolta Anquetil sferra l’attacco decisivo soltanto alla 20^ tappa, cronometro in cui sbaraglia gli inermi avversari. Alla fine il belga Planckaert arriverà a Parigi con 5’ di distacco. Gli azzurri si aggiudicano 4 tappe con Minieri, Bailetti, Bruni e Benedetti.
1963 L’INDOMABILE ANQUETIL NON LASCIA SCAMPO
E’ ancora il francese Anquetil ad impossessarsi senza tanti patemi della corsa gialla. Con 3’35’’ sullo scalatore spagnolo Bahamontes che nulla può nelle corse contro il tempo in cui Jacques sprigiona tutte le sue energie distruttive. L’Italia vince 1 sola tappa con Bailetti.
1964 ANQUETIL, STORICA CINQUINA
Anquetil tenta di diventare il primo ciclista a riuscire a vincere il Tour per ben 5 volte. Dopo una lotta spalla a spalla col compatriota Poulidor, Jacques riesce nella storica cinquina, primeggiando per soli 55’’. A 4’44’’ si piazza Bahamontes. Anquetil è considerato dagli esperti il più forte cronoman della storia del ciclismo. Indubbia la sua caratteristica di corridore tattico, e talvolta poco spettacolare. Vanta fra l’altro 2 Giri d’Italia ed 1 Liegi. Ma per approfondimenti sulla sua carriera potrete visitare http://www.calciomagazine.net/campioni-sport.php o inviare e-mail ad albertosigona@alice.it
1965 GIMONDI 1°: L’ITALIA E’ …FELICE
Jacques Anquetil, che aveva vinto le quattro edizioni precedenti (1961- 1964), non fu alla partenza nel 1965. Felice Gimondi a soli 23 anni si aggiudica contro ogni pronostico la corsa gialla. Conquistò la vittoria generale davanti a Raymond Poulidor, eterno 2°. Per l’Italia fu l’8° trionfo. Gimondi, ottimo cronoman, riesce a difendersi in salita dagli attacchi di Poulidor che giungerà a Parigi con 2’40’’ di ritardo. L’Italia occuperà anche il gradino più basso del podio con Motta. Azzurri che in quella trionfale edizione vinsero 5 tappe (3 con Gimondi, 1 con Durante e Fezzardi) e indossarono la m.g. ben 19 volte, sempre con Felice.
Dopo il successo di Gimondi l’Italia per rivincere il Tour dovrà attendere una generazione: 33 anni; nel 1998, infatti, se lo aggiudicherà Marco Pantani…
1966 LA FAVOLA DI AIMAR E LE PRIME AVVISAGLIE DOPING
Nel ’66 il Tour fu vinto a sorpresa dal francese Aimar con 1’07’’ sull’olandese Janssen e 2’02’’ sul solito Poulidor. Lucien Aimar era un gregario del cinque volte vincitore del Tour Jacques Anquetil. Anquetil, lontano dai tempi ruggenti, iniziò ad aiutare Aimar a vincere il Tour, per essere sicuro di negare la vittoria al suo rivale Poulidor. Durante il Tour si sparse la voce che ci sarebbe stato un test antidoping, tutti i ciclisti meno Raymond Poulidor, il favorito degli appassionati francesi di ciclismo, lasciarono i loro alberghi. Gli altri ciclisti inscenarono uno sciopero per protesta durante la nona tappa, smontando dalle biciclette e proseguendo a piedi spingendole. Alla fine ripresero a pedalare, ma solo dopo aver discusso con gli ufficiali di gara. L’Italia indossò la maglia gialla in una occasione con De Pra e vinse 4 tappe con Bitossi, De Pra, Mugnaini, e ancora Bitossi.
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