Storia del Tour De France: dal campione per caso Walkowiak alla favola di Aimar
1956 WALKOWIAK CAMPIONE PER
CASO
Una fuga da lontano in una tappa pianeggiante decide a sorpresa il Tour. Se lo
aggiudica il francese Walkowiak, un outsider, il quale riesce a difendere in
montagna il cospicuo margine sui concorrenti. Una vittoria entrata a suo modo
nella storia del Giro di Francia. L’Italia si aggiudicò 6 tappe: 1 con Padovan, 1
Fantini, 1 Nencini, 3 Defilippis. Da segnalare le 4 vittorie del francese
Hassenforder. Walkowiak in seguito non seppe confermarsi né al Tour né in
altre corse meno impegnative e importanti. Così in dieci anni da professionista
ha ottenuto solo una decina di successi. 1957 L’EPOPEA DI ANQUETIL HA INIZIO
Nel 1957 ha inizio l’epopea del francese Anquetil, degno erede di Bobet.
Jacques vincerà codesto Tour a redini basse. Anquetil è un ciclista che
costruisce i suoi successi a cronometro per poi difendersi in salita. L’Italia
vinse 6 tappe con Baffi, Nencini, Defilippis, ognuno 2 volte. 1958 L’ITALIANO FAVERO E’ BEFFATO DAL MITICO GAUL
Quello del 1958 fu un Tour
atipico, uno di quelli destinati a
divertire la gente per
l’imprevedibilità, scardinando
ogni certezza e consuetudine. Un tour d’altri
tempi. Il lussemburghese Charly Gaul
sin dalle prime battute sembra un corridore fantasma.
Ne approfitta in primis Vito Favero. L’italiano
grazie alla sua regolarità in salita (ed al ritiro
di Anquetil), ed a qualche gran fuga da lontano
in tappe soft, riesce a conquistare persino la maglia
gialla dopo 14 tappe. Il suo vantaggio su Gaul è ormai
colossale: 10’41’’. Alla 18^ tappa, nella cronoscalata
del Mont Ventoux, perde oltre 7’ dal vincitore Gaul, imbattibile nelle gare contro il tempo. Nella
tappa successiva, di alta montagna, Favero guadagna 10’ su Gaul. Sembra il sigillo alla vittoria finale.
La classifica generale recita: 1° Geminiani, 2° Favero a 3’17’’. Staccatissimo Gaul a 15’12’’! Alla
21^ tappa -da Briançon a Les Bains- Gaul compie un’impresa alla Bartali o alla Coppi: vince in
solitario, Favero giungerà 3°, ma con oltre 10’ di gap. Favero si riprende la maglia gialla, ma ha
ormai un risicato vantaggio sul più pericoloso avversario: Gaul è ad appena 1’07’’. Nell’ultima
asperità, una crono di 74 km con arrivo a Dijon non ci sarà
scampo per il nostro atleta. Gaul come da copione s’impone
con 3’17’’ su Favero che non può far altro che tirare giù il
cappello davanti alle gesta mitiche del lussemburghese.
L’Italia si consolò col podio di Favero (2° posto), con 5 tappe
(Baffi, Padovan, Baffi, Nencini e ancora Baffi) e con 6
m.g. con Favero stesso. 1959 BAHAMONTES TRIONFA: E’ LA
RIVINCITA DEGLI SCALATORI PURI
Se si eccettuano i successi di Bartali, nel secondo
dopoguerra le vittorie del Tour erano state sempre di
corridori bravissimi a cronometro, mai dei puri scalatori. I
vari, Coppi, Bobet, Anquetil e Gaul,
erano sì dei grandi o grandissimi
scalatori, ma potevano far leva anche o
soprattutto (specie Anquetil) sulle
crono. Prerogativa che fra l’altro
primeggerà sino ai giorni nostri; basti
pensare agli Indurain, Ullrich,
Armstrong…Bahamontes (spagnolo)
invece non poteva contare che sulle montagne, dove costruiva i suoi
successi. Alla fine Bahamontes conquistò a sorpresa la Gran Boucle con
4’01’’ sul francese Anglade e 5’05’’ sull’altro francese Anquetil. Gli azzurri si faranno onore vincendo
4 tappe: Favero, Bruni, Bruni e Baldini futuro olimpionico. 1960 NENCINI RIPORTA IL TOUR IN ITALIA
Gastone Nencini riporta il Tour in Italia dopo 8 anni, dominando la corsa senza tanti patemi. Nencini
precedette di 5’02’’ l’altro italiano Graziano Battistini. Gli azzurri in quel Giro francese vinsero 4
tappe (Defilippis e Battistini, 2 ciascuna). Indosseremo 14 volte la m.g., con Nencini. 1961 ANQUETIL SU TUTTI
Anquetil non concede nulla agli avversari e và a
vincere con oltre 12 minuti sul nostro Guido Carlesi e
Charly Gaul. Gli azzurri vinceranno 3 tappe, 2 proprio
con Carlesi ed 1 con Mssignan. Darrigade si aggiudica
4 frazioni. 1962 ANQUETIL SI AGGIUDICA IL TOUR
GRAZIE ALL’ULTIMA CRONO
Stavolta Anquetil sferra l’attacco decisivo soltanto alla
20^ tappa, cronometro in cui sbaraglia gli inermi
avversari. Alla fine il belga Planckaert arriverà a
Parigi con 5’ di distacco. Gli azzurri si aggiudicano 4
tappe con Minieri, Bailetti, Bruni e Benedetti. 1963 L’INDOMABILE ANQUETIL NON LASCIA
SCAMPO
E’ ancora il francese Anquetil ad impossessarsi senza
tanti patemi della corsa gialla. Con 3’35’’ sullo
scalatore spagnolo Bahamontes che nulla può nelle
corse contro il tempo in cui Jacques sprigiona tutte le sue energie distruttive. L’Italia vince 1 sola
tappa con Bailetti. 1964 ANQUETIL, STORICA CINQUINA
Anquetil tenta di diventare il primo ciclista a riuscire a vincere il Tour per ben 5 volte. Dopo una lotta
spalla a spalla col compatriota Poulidor, Jacques riesce nella storica cinquina, primeggiando per soli
55’’. A 4’44’’ si piazza Bahamontes. Anquetil è considerato dagli esperti il più forte cronoman della
storia del ciclismo. Indubbia la sua caratteristica di corridore tattico, e talvolta poco spettacolare.
Vanta fra l’altro 2 Giri d’Italia ed 1 Liegi. Ma per approfondimenti sulla sua carriera potrete visitare
http://www.calciomagazine.net/campioni-sport.php o inviare e-mail ad albertosigona@alice.it 1965 GIMONDI 1°: L’ITALIA E’ …FELICE
Jacques Anquetil, che aveva vinto le quattro edizioni precedenti (1961-
1964), non fu alla partenza nel 1965. Felice Gimondi a soli 23 anni si
aggiudica contro ogni pronostico la corsa gialla. Conquistò la vittoria
generale davanti a Raymond Poulidor, eterno 2°. Per l’Italia fu l’8° trionfo.
Gimondi, ottimo cronoman, riesce a difendersi in salita dagli attacchi di
Poulidor che giungerà a Parigi con 2’40’’ di ritardo. L’Italia occuperà anche il gradino più basso del
podio con Motta. Azzurri che in quella trionfale edizione vinsero 5 tappe (3 con Gimondi, 1 con
Durante e Fezzardi) e indossarono la m.g. ben 19 volte, sempre con Felice. Dopo il successo di
Gimondi l’Italia per rivincere il Tour dovrà attendere una generazione: 33 anni; nel 1998, infatti, se lo
aggiudicherà Marco Pantani… 1966 LA FAVOLA DI AIMAR E LE PRIME AVVISAGLIE DOPING
Nel ’66 il Tour fu vinto a sorpresa dal francese Aimar con 1’07’’ sull’olandese Janssen e 2’02’’ sul
solito Poulidor. Lucien Aimar era un gregario del cinque volte vincitore del
Tour Jacques Anquetil. Anquetil, lontano dai tempi ruggenti, iniziò ad
aiutare Aimar a vincere il Tour, per essere sicuro di negare la vittoria al suo
rivale Poulidor. Durante il Tour si sparse la voce che ci sarebbe stato un test
antidoping, tutti i ciclisti meno Raymond Poulidor, il favorito degli
appassionati francesi di ciclismo, lasciarono i loro alberghi. Gli altri ciclisti
inscenarono uno sciopero per protesta durante la nona tappa, smontando
dalle biciclette e proseguendo a piedi spingendole. Alla fine ripresero a
pedalare, ma solo dopo aver discusso con gli ufficiali di gara. L’Italia indossò
la maglia gialla in una occasione con De Pra e vinse 4 tappe con Bitossi, De
Pra, Mugnaini, e ancora Bitossi. - articolo letto 608 volte