Commento Tattico Catania: In casa sarebbero piovuti fischi
Una prestazione che non è difficile ipotizzare, se offerta davanti al proprio pubblico, avrebbe fruttato una cornice di fischi massiccia , meritata, nonostante i sostenitori etnei siano e siano sempre stati restii ad inveire contro i propri beniamini; ma altro commiato non sarebbe stato possibile immaginare.
Seconda trasferta consecutiva, seconda sconfitta consecutiva , tutto in barba alla continuità di risultati richiesta da Zenga ai suoi giocatori, dice il tecnico “una via per continuare a crescere”. Vero, il Catania non ha mai vinto in casa del Torino, nonostante numerosi precedenti, ma in questo specifico caso si può ben dire che l'obiettivo del Catania, all'Olimpico, non è mai stato quello di vincere, piuttosto di non infierire contro una formazione sul baratro dalla retrocessione che, in pochissimi minuti, ha dimostrato di valere ben poco, tanto da far credere ai rossazzurri di poter gestire a loro piacimento un tacito pareggio che sarebbe andato più che bene ad entrambe. Così non è stato.
All'onta d'aver perso contro una formazione largamente inferiore, sotto ogni punto di vista, il Catania aggiunge la beffa d'essersi forzatamente violentata nel gioco e nel carattere, rinunciando ad affondare i colpi che, quando portati con un briciolo di convinzione, hanno sempre messo i rossazzurri in condizione di trovare la rete; vedi ad esempio la reazione al vantaggio del Torino, il pareggio matura sul primo rivolgimento di fronte, con Biagianti che lo sfiora e Martinez che lo centra, mandando in rete il corner nato dalla fortunosa deviazione che aveva disinnescato il tiro a rete del centrocampista etneo.
Mai il Catania aveva dimostrato così poca cattiveria a centrocampo, sono solo 31 i contrasti portati, e di questi solo una quota irrisoria, il 36%, si rivolge a favore dei rossazzurri. Il Torino , che mai aveva brillato a centrocampo, porta quasi il doppio dei contrasti degli etnei con quasi il doppio dell'efficacia. Quando l'inconsueto diventa attualità, non ci si può meravigliare che anche l'impossibile diventi possibile, col Torino che trionfa, senza sapere ben come né perché , conquistando 3 punti pesantissimi in zona Salvezza.
Altro dato che smentisce i proclami della vigilia, quando in conferenza stampa i giocatori rossazzurri parlavano della gara di Torino utilizzando espressioni come “finale salvezza”, “punti fondamentali”, “tante motivazioni”, “niente regali”, viene dal numero di passaggi concessi al fulcro della manovra granata, Dzemaili, ben 60 con una percentuale di precisione dell'88%, che come il 90% concesso a Conti (nella scorsa trasferta, contro il Cagliari), vale a dire quasi totale assenza di pressing a centrocampo sui portatori di palla, preferendo arginare più sullo spazio, dove gli esterni difensivi sono forse gli unici, insieme a Carboni, ad essere esentati dalla “nota sul registro” per mancanza d'impegno. Chiudiamo la carrellata di dati che dovrebbero indurre a riflettere, con la percentuale di passaggi indovinati dagli etnei, il 66% complessivo, con l'indicativo 56% per quelli lunghi , sintomo di poco movimento, poca coordinazione ma anche troppa sufficienza nell'impostazione della manovra. I rossazzurri tolgono comunque un altro zero dal loro tabellino, quello dei goal su corner , Martinez ha segnato il primo della stagione, quando a calciare dalla bandierina non è stato però il battitore titolare ; ed anche questo fa riflettere.
Purtroppo, a giocare contro i rossazzurri, già poco motivati, ci si mette anche la casualità del Calcio. Abate, fino a quel momento migliore in campo dei granata, esce per far spazio a Diana , che nella gara d'andata aveva propiziato tutte le reti rossazzurre, un disastro; ebbene, entrambi i cross che mandano in rete il Torino partono proprio dal suo piede, lungo la fascia destra. Le colpe di Capuano sono limitate, in entrambi i casi Diana mette al centro palloni sporchi, non dal fondo, che solo lampanti vuoti difensivi contribuiscono a trasformare in rete. Oltre all'incognita Diana, anche l'infortunio involontario di Zenga che, sotto di una rete, si gioca il tutto per tutto tirando fuori Ledesma per Morimoto , destino infausto vuole che, non appena il giapponesino entri in campo, arrivi la rete di Martinez, col Catania chiamato adesso non più ad attaccare, ma amministrare il pareggio con una formazione spregiudicatamente offensiva e senza più i suoi uomini cardine in mediana: Carboni schermo davanti alla difesa, Ledesma elastico lungo la destra e Mascara , tuttofare anche in fase difensiva, che nel primo tempo più d'una volta aveva raddoppiato su Rosina ed Abate.
Il tracollo non sorprende quanto le modalità, Natali , autore del 2-1, è un difensore che sgroppa per 80 metri senza che nessun rossazzurro si prenda la briga di seguirne l'agire, così fosse stato, la partita si sarebbe conclusa in tutt'altra maniera. È l'errore che fa traboccare il vaso, quello che racchiude in sé la sintesi di tutta una partita nata male e finita peggio, con l'espulsione di Stovini , a mo' di sale sulle ginocchia sbucciate dopo la caduta. Resta il dato di fatto che vede il 73% delle reti subite dal Catania, tutte concentrate nel secondo tempo (27 reti), 19 nei 30' finali, 10 negli ultimi 15' quando il Catania subisce come mai nell'arco dei 90'.
Se il Catania credesse un po' più nei propositi espressi in settimana ne guadagnerebbe sia agli occhi del pubblico che in classifica. Ma anche questa è maturità, quella che il Direttore Lo Monaco non ha riscontrato nella gara di Cagliari, e che si sarebbe immaginato emergesse a Torino; così non è stato, e ci pare evidente, almeno quanto frustrante è assistere a spettacoli dove a vincere è la mediocrità , non il migliore. Torino - Statistiche - Catania
56
Possesso Palla (%)
44
2
Gol
1
48,1
Supremazia Territoriale (%)
51,8
4
Tiri In Porta
3
10
Tiri Fuori
5
4
Tiri Respinti
3
0
Pali e Traverse
0
1
Fuorigioco
2
5
Corner
7
33
Cross
23
10
Dribbling
6
401
Passaggi
319
81
Passaggi Positivi (%)
76
74
Passaggi Lunghi (%)
56
55
Contrasti Vinti
31
63,9
Contrasti Vinti (%)
56
55
Falli Subiti
31
3
Ammoniti
1
0
Esplusi
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