Il nostro Paolo Cisternino ha incontrato Ricardo Paciocco, mitico bomber giallorosso degli anni 80, autore di goal storici come quello col Verona che diede al Lecce il primo punto in serie A, oppure il goal definitivo del 3-1 sul Torino nel famoso scontro salvezza in cui tutta l'Italia tifava per il Toro. Persona a modo, umile e gentilissimo ha accettato di rispondere alle nostre domande.
Nel corso di questi anni il calcio in Italia è cambiato tantissimo. Quali sono le principali differenze tra gli anni in cui giocavi e adesso?
Beh sicuramente all’epoca era molto più sentito. Era veramente un calcio “puro”. Oggi s’è ingigantita la questione economica, tutto ruota attorno ai soldi e si stanno man mano perdendo i reali valori di questo magnifico sport. Anche il famoso attaccamento alla maglia da parte dei giocatori sta venendo meno, non esistono più le “bandiere”. E questo anche per la presenza dei procuratori che condizionano a loro piacimento il mercato.
Torniamo indietro negli anni…agli indimenticabili anni 80… Parliamo della tua esperienza leccese.
Che dire…Anni semplicemente meravigliosi. Città splendida, dove tra l’ altro ho lasciato tanti amici. Appena posso faccio un salto giù molto volentieri. In quegli anni abbiamo fatto qualcosa di importante…la storica promozione in serie A con Fascetti, la prima salvezza con Mister Mazzone, ricordi che rimarranno indelebili nella memoria.
Quali gol con la maglia giallorossa ricordi maggiormente?
Beh tra quelli realizzati ne ricordo due in particolare; il gol a Verona nella gara d’esordio in Serie A nel 1985. Fu un’ annata che si chiuse per noi in malo modo però quel gol all’esordio valse il definitivo 2-2 che significò per il Lecce primo punto in Serie A. E poi una citazione a parte merita il gol al Torino nel 1989. In un Via del Mare stracolmo ci giocavamo la salvezza contro i granata. Fu una giornata memorabile, andammo avanti con Benedetti e Barbas, poi accorciò per loro Fuser, e il mio gol fissò il risultato sul definitivo 3-1. Emozioni indescrivibili che conservo gelosamente.
Non posso non chiederti un giudizio sui tifosi e in particolare sulla Curva Nord.
Ogni volta che mettevo piede sul prato del Via del Mare era un emozione grandissima. Tifosi semplicemente fantastici, che mi hanno dato tanto. Sentir cantare il mio nome significava essere entrato nei loro cuori. Per Noi, la Nord era il dodicesimo uomo in campo.
Con quale compagno legasti maggiormente?
Premetto che mi sono trovato a giocare sempre con ragazzi splendidi, tutte bravissime persone dentro e fuori dal campo. Se dovessi scegliere qualcuno in particolare, direi Giorgio Enzo, Vanoli ed Ezio Rossi. Il caso ha voluto che ritrovassi da avversario Ezio proprio in quel famoso Lecce-Torino, fu una bella battaglia nella battaglia!
Curiosità: raccontaci qualcosa su quel famoso Roma-Lecce del 1986.
Arrivammo all’ Olimpico già retrocessi. Loro si sentivano sicurissimi e già iniziarono a festeggiare prima della partita. Andarono pure in vantaggio dopo 7’ con Graziani; poi un po’ per il nostro orgoglio, un po’ per qualche loro presa in giro, dentro ci scattò qualcosa e riuscimmo nell’impresa di ribaltare il risultato, resistendo ai loro assalti nei minuti finali dopo il gol di Pruzzo che accorciò le distanze. Davvero un bello scherzetto!
Segui spesso il Lecce?
Ho avuto modo di vedere molte partite del Lecce, l’anno appena concluso è stato decisamente sfortunato ma, per quanto riguarda l’annata attuale, sono convinto che il Lecce possa disputare un ottimo campionato, De Canio è un tecnico serio e preparato e l’organico mi sembra ben assortito, un mix tra gioventù ed esperienza. Un po’ com’era il Nostro Lecce.
In chiusura…?
In chiusura mando un caloroso abbraccio a tutti tifosi giallorossi e da ex giocatore e tifoso del Lecce, auguro le migliori fortune alla squadra salentina affinchè ritorni al più presto nella massima serie. - articolo letto 395 volte