Sandro Farina: «La settimana di sosta utile per colmare eventuali lacune fisiche o tattiche»
Un professionista di grande profilo, capace di ottenere notevoli risultati in ambiti diversi. Il preparatore atletico Sandro Farina è uno dei principali artefici dei grandi successi della squadra femminile di discesa libera e super G dei primi anni Duemila, composta da big del calibro di Isolde Kostner, Karen Putzer, Daniela Ceccarelli,Patrizia Bassis e Bibiana Perez. Si tuffa poi nel mondo del calcio professionistico lavorando con Spezia, Legnano, Palazzolo e Monza. In questa stagione è tornato ad occuparsi dell'organico aquilotto.
Che tipo di lavoro si effettua nella settimana in cui è prevista la sosta del campionato?
«Di solito si lavora per colmare alcune lacune emerse fino a quel momento, sia sotto il profilo fisico che tattico. In un periodo come questo, inoltre, ci si occupa anche dell’inserimento di eventuali nuovi acquisti in modo tale da portarli nel più breve tempo possibile allo stesso livello dei compagni di squadra. Richiami? Non sono affatto favorevole. Il calcio, purtroppo, a volte cerca di imitare altri sport come ad esempio l’atletica, senza considerare che le esigenze sono completamente diverse».
Come si puù rendere proficuo il lavoro di un organico che, in quella settimana, registra diverse assenze a seguito di convocazioni nelle varie nazionali?
«Il segreto è quello di cercare di motivare il gruppo e di tenere altissima la concentrazione attraverso esercizi specifici in cui si dia la priorità all’aspetto qualitativo. Inoltre è importante disputare almeno un’amichevole in modo tale da simulare i movimenti che dovranno poi essere messi in pratica in una partita vera».
E i vari nazionali, invece, sono chiamati a seguire una tabella preparata dallo staff della squadra di club?
«In questi casi è fondamentale l’aspetto comunicativo tra il preparatore atletico della nazionale e quello della squadra di club. In questo modo si può seguire passo passo il giocatore anche se distante centinaia di chilometri e conoscere, attraverso lo staff della nazionale, il lavoro svolto».
Che tipo di lavoro si segue nelle settimane in cui sono previste tre partite ufficiali, magari rese ancora più ravvicinate da eventuali posticipi o anticipi?
«In questi casi non si può rispettare il programma canonico ma è molto più importante cercare di agire in base alle necessità del momento. A mio avviso è utile dividere il gruppo in due tronconi: quello composto da chi ha giocato nel match precedente e quello di chi probabilmente disputerà la gara alle porte. In questo modo si differenziano le esigenze e si permette a ciascun giocatore di farsi trovare pronto per la partita in cui sarà impiegato». - articolo letto 1613 volte