Il mitico – Una storia felice, un amore immediato, un ricordo indelebile. Renato Villa arriva al Bologna non più giovanissimo, per lui alle spalle una carriera nei campionati dilettantistici ma per scelta. Avrebbe potuto da tempo spiccare il volo verso il calcio che conta ma prima di tutto c’era da salvaguardare il lavoro di magazziniere, era troppo rischioso lasciare tutto per il calcio. A 27 anni però arriva il momento di tentare, soprattutto se a chiamarti è il Bologna. Allora, Presidente era Luigi Corioni, grande esperto e conoscitore di calcio. I due si conoscevano e “Gigi” gli fece fare un provino: l’allenatore era Vincenzo Guerini. Fu subito arruolato e addirittura impiegato da titolare contro il Lecce imbavagliando Pedro Pablo Pasculli. Da quel momento, la maglia numero 3 non gliela porterà via più nessuno. Un combattente nato, un simbolo per una intera città, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “Mitico”. La sua forza erano gli anticipi, le scivolate, la generosità, recuperi difensivi da lasciare a bocca aperta e nessun timore reverenziale verso i campioni del momento, da Gullit a Van Basten, fino a Maradona, sul quale si permise finta e controfinta lasciando il “pibe de oro” con un palmo di naso. Da giovanissimo aveva giocato anche centravanti e Maifredi, altro personaggio che non si metteva certo problemi, lo schierò attaccante con il numero 9 e fu gol con Piacenza e Triestina. Bologna aveva cosi il suo idolo, poteva giorno dopo giorno confidare in lui e godersi questo prodigio, tanto da accostare il suo nome alla maglia azzurra. Nel 1992 l’addio al Bologna e con esso al calcio, ma non alla città dove è rimasto a vivere tifando rossoblu. Questo è il mitico Villa, la dimostrazione vivente che nel mondo del pallone tutto è possibile.
Dati biografici: Renato Villa è nato a Castelleone (Cremona) il 26 ottobre del 1958. Altezza: 170 cm. Peso 74 kg. La carriera: 1976/78: Pizzighetone (dilettanti); 1978/79: Soresinese (dilettanti); 1979/80: Pergocrema (serie C2); 1980/82: Pontevico (dilettanti); 1982/84: Orceana (dilettanti); 19884/85: Orceana (serie D, 29 presenze, 10 reti); 1985/86: Orceana (serie C2, 31 presenze, 4 reti); 1986/87: Orceana (serie C2, 4 presenze, 1 rete); 1986/87: Bologna (serie B, 31 presenze, 0 reti); 1987/88: Bologna (serie B, 37 presenze, 2 reti); 1988/89: Bologna (serie A, 37 presenze, 2 reti); 1989/90: Bologna (serie A, 32 presenze, 2 reti); 1990/91: Bologna (serie A, 31 presenze, 0 reti); 1991/92: Bologna (serie B, 33 presenze, 2 reti). Le partite: con la maglia rossoblu, Renato Villa ha collezionato 230 presenze: 93 in serie A, 102 in serie B, 26 in Coppa Italia, 5 in Coppa Uefa e 4 in Mitropa Cup. Le reti: 2 sono i sigilli nella massima serie, 3 tra i cadetti e 1 in Coppa Uefa. In campo: “Avevo buona visione di gioco e fatte le proporzioni del caso potevo essere paragonabile a Baresi. Ho iniziato terzino sinistro, poi centrale. Grinta e volontà le mie caratteristiche. Memorabili le mie chiusure disperate sugli attaccanti avversari.”
Le persone chiave: "Luigi Corioni, mi chiamò dall'Orceana per un provino nel Bologna ed anche Maifredi, con il quale ho avuto il massimo rendimento." Il Bologna: "Mi facilitò l'inserimento nel mondo professionistico la mia voglia di ben figurare, ma anche il temperamento, doti fisiche e grinta. Appena arrivato nel calcio professionistico, sapevo di dover restare umile. Poche chiacchiere, spirito di abnegazione e mai montarsi la testa. Alla fine negli ultimi tre anni divenni il capitano." Il Mitico: "Tra me e Bologna è nato un feeling particolare. I colori rossoblu mi sono entrati subito nel cuore e io nel loro, da qui il soprannome "mitico". Essere diventato bandiera del Bologna per me è motivo di grande orgoglio." La Juventus: "Nonostante ci furono avances dalla Juventus, decisi di restare a Bologna per non deludere i tifosi che mi stimavano." L’esordio: "Diventare giocatore professionista mi ha cambiato la vita, giocare a quei livelli è una emozione indescrivibile." L’Admira Wacker: "Non scorderò mai quella vittoria in coppa Uefa. All’andata perdemmo 3 a 0 ma al ritorno ribaltammo il risultato." La nazionale: "Sacchi una volta mi spiegò che avrei meritato la nazionale ma che i giovani avevano la priorità." Il sogno: "Allenare nella massima serie e mi è dispiaciuto non entrare nello staff societario del Bologna visto il rapporto che si era creato tra me e la città”. (Interviste prese da "La Provincia" ad opera di Livio Pedrini). - articolo letto 1576 volte