L’imbarcazione biancorossa in balia di acque inquiete, per nulla tranquille. La classifica parla chiaro: ultmo posto e speranze salvezza vicine allo zero. Una situazione che fonda le sue radici in tempi lontani. Una caduta libera che, purtroppo, va avanti dallo scorso ottobre, quando il collettivo di Giampiero Ventura ha iniziato a non remare, venendo prima risucchiato e poi distaccato da quelle che, ad inizio stagione, parevano squadre meno temibili e meno forti del galletto.
Dopo due mesi, tra Natale e Capodanno, la situazione era già davvero triste, ma recuperabile. Ci credeva, ci sperava, anche Fabrizio Nitti, penna presitigiosa della “Gazzetta del Mezzogiorno”, nonché fratello dell’ex attaccante biancorosso di fine anni 80’ Claudio, che ai nostri microfoni si disse dispiaciuto ma ottimista, credendo che con il recupero dei tanti infortunati e con l’aquisto a gennaio dell’attaccante giusto (“Bhè quel Moura che Angelozzi sta seguendo… mi è parso un buon giocatore”) e del difensore d’esperienza (“ci vorrebbe un difensore di comprovata esperienza, anche perché Glik sarà bravo ma è giovane”), il Bari avrebbe potuto tentare la pronta risalita.
Così, purtroppo, non è stato, e abbiamo voluto riascoltare in esclusiva proprio il giornalista Fabrizio Nitti per capire e conoscere i ‘suoi’ perchè a questa continua penitenza, nonostante i rientri e i cambi.
Sig. Nitti, sono passati quasi due mesi dalla sua ultima intervista per TuttoBari.com e, nonostante alcuni rientri importanti, la compagine barese non è comunque tornata alla gloria. Crede ancora che i problemi del Bari siano stati causati solo dalle assenze, gravi, che ci sono state?
“Le assenze hanno privato il Bari dell’apporto dei giocatori di maggiore classe. Gli infortuni di sicuro hanno pesato parecchio sull’andamento dei biancorossi. Ma sono stati tanti, troppi. E allora qualcosa non è andata per il verso giusto anche sotto l’aspetto della preparazione. Non tutti sono stati guai da . Ovviamente ci sono anche altri errori di valutazione, tecnici e tattici”.
Ventura-Mutti, un cambio improbabile ma realizzato dalla società Matarrese che, va ricordato, sino alla fine ha cercato di convincere il tecnico ex Pisa a restare capitano dell’imbarcazione pugliese. Giusto il suo allontanamento?
“La separazione da Ventura è stata giusta, ma tardiva. Personalmente sarei intervenuto dopo il pareggio interno contro il Cesena. Se il nuovo tecnico fosse arrivato allora, avrebbe potuto preparare con calma anche il mercato di riparazione”.
La classifica attuale parla chiaro: ultimo posto e deficit notevole rispetto alla quart’ultima. Le speranze salvezza praticamente esaurite…
“Mutti oggi può solo compiere un miracolo. La speranza, certo, è sempre l’ultima a morire. Ma la situazione è quella che è. L’unica consolazione è che le concorrenti non viaggiano a velocità folle”.
Allo stato attuale delle cose, sarebbe meglio proiettarsi un po tutti a quello che sarà il prossimo futuro della giostra biancorossa. Società, allenatore, squadra, con la B tutto potrebbe cambiare ed essere stravolto. Cosa vede lei nel destino di questa questa?
“E’ ovvio che con la retrocessione, se serie B sarà, cambieranno molte cose, forse tutto. Ma la B è un campionato durissimo. Più difficile vincere la B che salvarsi in A. Servirà programmare per bene l’eventuale nuova realtà cadetta.”
Dovendo, con estrema difficoltà, indicare quale il giocatore che più la delusa e quale, viceversa, quello che più a meritato i suoi applausi in questa stagione, chi citerebbe?
“Direi che in me prevale un senso di delusione generalizzato. Diventa arduo scegliere davanti ad un campionato tanto mediocre come quello che sta conducendo il Bari. Escluderei per forza di cose gli arrivi di gennaio. Gli altri, chi per un verso, chi per l’altro, non hanno offerto il rendimento che ci si aspettava”.
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]
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