MILANO – Al pari di altri comparti economici anche l’industria calcio (soprattutto quella) rischia la recessione a causa della Pandemia che sta paralizzando il mondo intero, espandendosi giorno dopo giorno. I campionati sono fermi e c’è un’incertezza incredibile sull’eventuale riprese e le annesse modalità di riprogrammazione, sia dei tornei nazionali che delle coppe europee. Ma quanto rischia di perdere l’industria calcio a causa della Pandemia?
Per comprendere meglio la potenza economica del movimento calcistico internazionale basta analizzare alcuni dati a partire dalla nostra Serie A: in appena sette anni (2012-2019) nel nostro campionato sono state generate plusvalenze dal valore di 3.76 miliardi. Si rischiando perdite irreparabili visto che solo nel 2018/2019 l’industria calcio ha generato un valore di produzione pari 2.7 miliardi. Cifre stratosferiche a cui, però, va ad aggiungersi l’imposizione debitoria sul sistema bancario: si stimano, infatti, impegni economici per 2.4 miliardi di euro con costi complessivi fino a 3.5 miliardi di euro.
Se considerassimo il mercato generale (includendo anche Serie B e Serie C), l’incidenza dei debiti sarebbe superiore all’80%. Le plusvalenze, in questo caso, diventano più importanti che mai visto che, secondo le analisi, pesano per più del 20% della produzione toccando valori superiori ai 700 milioni di euro nell’ultimo anno (717). Il record appartiene alla stagione 2017/2018 con 777 milioni di euro generati dalle plusvalenze. La tragedia economica, però, potrebbe riguardare Serie C e Dilettanti con tante squadre che, al termine dell’emergenza, saranno costrette a sparire a causa delle perdite economiche.
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