Obiettivo Ibra: raggiunto. Ecco tutti i meriti e le prossime missioni rossonere. Ora il vento sta cambiando

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Il 18 maggio 2010, Berlusconi sapeva già chi era il “suo” Ronaldo: il grande campione aveva verosimilmente già un nome ed un cognome, vuoi per passione personale, vuoi per “facilità” di ingaggio. Pochi giorni dopo, 21 maggio, ne avevamo parlato da queste pagine: Ibra al Milan era una probabilità che all’epoca provocava speranza mista ad incredubilità nei tifosi rossoneri, sorrisetti ironici negli altri. Oggi che il Milan, grazie ad un’operazione curata nel minimo particolare, l’ha trasformata in realtà, i giudizi sono ovviamente diversi: chapeau per una società che ha dimostrato ancora di saper lavorare in team e per una proprietà che ha ancora tanta fame di successi.

Il colpo Ibrahimovic è una delizia equiparabile ad una delle magie del fenomeno di Malmoe: pochi intermediari, poche chiacchiere, molta sostanza e grande “timing”, capacità di scelta del momento in cui smuovere le acque. Il grande protagonista, come detto, è stato Silvio Berlusconi: il cervello, Adriano Galliani, bravo a limare con precisione certosina ogni milione sul bilancio tra spalmature, cessioni, prestiti e comproprietà…

Oggi quei milioni valgono doppio, pensando ai costi imponenti di un’operazione che però cambia volto alla squadra, anche grazie agli auspicati interventi aggiuntivi come Kevin-Prince Boateng. Il braccio però è stato Mino Raiola, il vero re del mercato europeo: non c’è agente capace di smuovere in una sola estate due “big” come Ibrahimovic e Balotelli, affari da 70 milioni complessivi solo per i cartellini. Quando Raiola si mette in testa di far saltare gli equilibri, ci riesce sempre e comunque, trionfo addirittura esasperato di quella sovranità della volontà del giocatore riguardo la squadra in cui militare.

Il Mino campano-olandese era entrato dalla finestra in via Turati, un ambiente con cui aveva poco feeling dopo il grande sgarro dell’estate 2006, quella in cui portò Zlatan sulla sponda nemica del Naviglio: prima Mattioni, poi il giovane centrale Rodrigo Ely, buono ad oggi solo per la Primavera ma già quotato in patria. Nel complesso mondo delle relazioni pericolose tra agenti e dirigenti, procuratori e società, a volte un trasferimento “minore” vale una fortuna, come quando il Milan piazzò il giovane nigeriano Aliyu allo Standard Liegi per liberare il posto da extracomunitario per Kakà: oggi Raiola entra accolto dalle trombe, in trionfo, perchè con un altro agente probabilmente Ibra non sarebbe riuscito ad andare via così, addirittura “ricompensato” con una lauta buonauscita. Bravo ma soprattutto intelligente Ibrahimovic, ad accettare una riduzione dell’ingaggio: a 29 anni e dopo una carriera costellata da scelte da professionista, una volta tanto forse è meglio seguire il cuore e la sete di vittoria che il portafogli.

I tifosi del Milan possono godersi a cuor leggero un grande colpo che significa inversione di rotta: se è vero che Ibrahimovic ha vinto 7 campionati nazionali negli ultimi 7 anni, l’obiettivo per questa stagione è piuttosto chiaro. L’Inter resta la favorita, avendo cambiato poco, ma la squadra schiacciata dall’Atletico a Montecarlo dimostra come perdere il proprio miglior fuoriclasse possa incidere negativamente: il Milan se n’era accorto quest’anno, l’Inter no perchè sopperiva con Mourinho all’addio di Ibrahimovic… Senza lo Special One, rischia di diventare tutto più duro, pur partendo da una varietà di organico senza rivali. Ibrahimovic al Milan deve far sorridere l’intera Serie A, che torna a riacquistare una credibilità che stava perdendo: la Juve ha speso come quasi nessuno in Europa, le “provinciali” di lusso come Lazio e Genoa fanno acquisti di caratura internazionale, da Hernanes a Rafinha…

La ciliegina sulla torta però la mette sempre lui, il Presidente più titolato della storia. Ora Allegri ha in mano una squadra finalmente competitiva, ma i tifosi ci hanno fatto la bocca e già sognano un ultimissimo regalo: il posto da extracomunitario è ancora libero, Robinho è fuori rosa ed il Barça sembra aver raffreddato l’operazione, pur restando in pole (non è escluso che venga ufficializzato proprio insieme alla cessione di Ibra anche grazie alla mediazione rossonera). Ariedo Braida, nei panni di 007, aveva bloccato il Pelezinho in un lampo, nel caso in cui per Ibra fosse andata male: a Pato e Ronaldinho mancherebbe ancora una riserva… “Chissà”, come va di moda dire in questo periodo. Intanto il grande colpo il Milan può farlo in uscita: il Werder Brema chiede Kaladze ed offre addirittura soldi… Chissà, ancora una volta, che con una lauta buonuscita non si risolva tutto anche in questo caso. Intanto il Genoa è tornato alla carica per Jankulovski, mentre più complessa è la situazione di Huntelaar (che continua a rifiutare lo Schalke) e quella di Flamini (che porterebbe una maxiplusvalenza, ma piace troppo ad Allegri): comunque finisca però il Milan ha dato un segnale ben chiaro. Il vento è finalmente destinato a cambiare.

[Christian Liotta – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]