PALERMO – Quello che sta per chiudersi è un anno da dimenticare per il Palermo. Un vero e proprio annus horribilis da mettersi al più presto alle spalle e che nemmeno i quattro punti raccolti nelle ultime due uscite di campionato, importantissimi nel rilanciare le quotazioni salvezza dei rosanero, possono anche solo minimamente lenire.
Il 2016 del Palermo verrà ricordato soprattutto per il record di esoneri collezionato dal presidente Zamparini in una sola stagione. Ben dieci i cambi di panchina lo scorso anno, mentre sono già tre gli allenatori succedutosi questa stagione. Un tourbillon di tecnici che ha creato confusioni e malumori, con la squadra sempre nei bassifondi della classifica e che solo l’harakiri del Verona e l’inadeguatezza delle due cenerentole Carpi e Frosinone hanno evitato che si trasformasse in una tragica retrocessione.
Dopo aver evitato per un soffio la retrocessione, Zamparini sembra aver finalmente imparato la lezione e in estate chiama alla guida della società rosanero l’esperto Rino Foschi.
È purtroppo solo una illusione, perché dopo poche settimane il ds lascia per tornare a Cesena. In società regna la confusione e così il mercato va avanti senza alcuna logica apparente. La rosa che si presenta ai nastri di partenza è così una squadra incompleta e con tante incognite, ricca di giovani e scommesse tutte da scoprire.
Sulla panchina siede sempre Ballardini, tecnico con cui il massimo dirigente non ha mai legato e che infatti viene esonerato poco dopo l’inizio del campionato in favore di De Zerbi, tecnico emergente protagonista di un’ottima stagione in Lega Pro con il Foggia.
Nonostante la fiducia incondizionata di Zamparini, il tecnico raccoglie una sola vittoria, due pareggi e ben nove sconfitte trascinando il Palermo all’ultimo posto in classifica. L’esonero arriva puntuale e inevitabile, con Zamparini che decide di affidarsi a Corini, ex idolo del Barbera.
Poche le cose da salvare di questo 2016, forse i soli Ilja Nestorvsky, punta macedone protagonista di un sorprendete inizio di campionato con ben 7 reti, e il tecnico Eugenio Corini, capace in pochi giorni di ridare un po’ di entusiasmo e sicurezza a una piazza ormai disillusa e a una squadra impaurita.
È da loro che il Palermo deve ripartire, lasciando dietro di se le follie e le manie di protagonismo del suo presidente Maurizio Zamparini e ritrovare una stabilità nella gestione tecnica e societaria fondamentale per rincorrere una salvezza difficile ma non impossibile.