Palermo-Catania: Spettacolo Sì… Ma Che Amarezza

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La gara delle gare, quella più importante, più attesa, come ogni anno. E, per la prima volta dopo la morte di Raciti, a porte aperte per i tifosi ospiti. Passo importante, storico, segno di rinascita. Dimostrazione di civiltà all’Italia intera in un paese che, per anni, ha etichettato la Sicilia nella sua interezza commettendo il “solito” errore, quello di generalizzare.

Ma, di questo, se n’è parlato. E’ il giorno della gara, voce al campo.

Il Palermo scende in campo con un 4-3-2-1: Sirigu in porta; Cassani, Munoz, Bovo, Balzaretti sulla linea difensiva; Migliaccio, Bacinovic, Nocerino a centrocampo; Pastore e Ilicic a supporto della punta centrale Micoli.

Marco Giampaolo torna invece al 4-1-4-1. Con Andujar in porta, Potenza e Alvarez vanno sugli esterni, Silvestre e Terlizzi al centro. A centrocampo Biagianti davanti la difesa, Delvecchio, Martinho, Gomez e Mascara a supporto dell’unica punta, Maxi Lopez. Assente Ledesma per squalifica, ancora emergenza in difesa con Bellusci, Capuano e Spolli ancora fuori per infortunio.

L’inizio di gara è spezzettato, a tratti noioso. Valeri interviene spesso, senza mai ammonire, evitando così di accendere gli animi già dai primi minuti. Negli spalti il pubblico dà spettacolo: non ci sono incidenti, tanti gli insulti da una parte e dall’altra. Per fortuna solo questo.

Col passare dei minuti è il Catania a prendere la superiorità in campo. Al ventitreesimo occasionissima per i rossazzurri, la prima del match: lancio in profondità per Gomez che salta l’avversario e di controbalzo conclude a rete da distanza ravvicinata. Miracolo di Sirigu che respinge, palla a Lopez sul punto di battuta del rigore, alta sopra la traversa.

Poco dopo risponde il Palermo: calcio di punizione dalla trequarti, alla battuta Miccoli che mette dentro dove Migliaccio stacca di testa indisturbato a centro area. Palla di poco fuori, alla destra di Andujar.

Il Catania non molla, gioca meglio degli avversari, ha pure più occasioni: al ventisettesimo numero di Maxi Lopez che salta tre uomini, serve Mascara a centro area che cicca il pallone davanti a Sirigu. Un minuto dopo ancora l’argentino di testa, palla che scheggia la traversa e finisce sul fondo.

La gara prosegue su ritmi alti, il Palermo si avvicina alla rete del vantaggio: Balzaretti dall’out sinistro mette dentro dove c’è Miccoli indisturbato, bravo a girare di prima verso la porta di Andujar. Miracolo a mano aperta del portiere rossazzurro.

E’ il preludio al goal che arriva al trentaquattresimo: Balzaretti crossa dall’out sinistro, stacca Pastore a centro area. Andujar non può far niente.

Insiste il Palermo. Il Catania soffre, si difende, e va all’intervallo sotto di un goal. Un pareggio sarebbe sicuramente stato più giusto al quarantacinquesimo.

La ripresa è scoppiettante, dal primo all’ultimo minuto. Nel giro di quaranta secondi succede l’incredibile: Terlizzi pareggia i conti, palla al centro, cinque passaggi ed il Palermo si porta sul 2-1 con Pastore.

Il Catania sbanda, Giampaolo mette Ricchiuti, togliendo Gomez, tra i migliori. Strana decisione, il Palermo continua a pressare, sfiorando per quattro volte il terzo goal.

I rossazzurri si svegliano alla mezzora quando trovano la traversa con Izco ed il miracolo di Sirigu su Ricchiuti.

A cinque dal termine è ancora Pastore a chiudere i conti su assist di Maccarone.

Non male il Catania visto oggi. Peggiore in campo Marchese, dove Pastore fa ciò che vuole.

Continua il digiuno esterno del Catania che non vince lontano dal Massimino da un Lazio-Catania 1-0, febbraio 2010. Otto mesi di astinenza dal successo, in tredici partite sette sconfitte, sei pareggi.

[Fabio Alibrio – Fonte: www.mondocatania.com]