FORMAZIONI – Dubbi della vigilia tra linea a tre o a quattro. Petkovic spiazza tutti e opta per un modulo ibrido: consueto 4-1-4-1 in fase difensiva, ma in situazione di possesso palla Cana (preferito a Gonzalez, polpaccio dolorante) si abbassa accanto a Biava e Ciani, con Radu e Cavanda che si alzano e Mauri che converge alle spalle di Floccari. Il 4-3-1-2 di Gasperini risulta spaccato in due nella prima parte, con il trequartista Ilicic concentrato nel contrastare Ledesma in prima battuta, con una conseguente voragine di 20-25 metri tra mediana e attacco. Petkovic chiede baricentro alto prepara una linea Maginot in zona centrale che arresta le ripartenze del Palermo (e dei suoi non irresistibili palleggiatori in mediana) sul nascere.
PRIMO TEMPO – L’assenza di punti di riferimento spiazza i rosanero, Hernanes prova la rasoiata dopo una manciata di secondi, alla seconda occasione è vantaggio Lazio al 9′. Movimento ad elastico di Floccari che finta di venire incontro e scatta in profondità: Garcia segue il primo passo dell’attaccante, mentre Von Bergen parte in ritardo per il taglio profondo, palla col contagiri di Ledesma e Floccari sfrutta la sua esperienza decennale per intuire la posizione di Ujkani e prolungare la traiettoria di testa “alla cieca” fino al fondo della rete. Esordio dal primo minuto da titolare in campionato, secondo gol in A, consecutivo a quello contro l’Atalanta. Il Palermo trova le misure dopo venti minuti e impensierisce la Lazio soprattutto nella zona centrale. Ciani è perfetto nei palloni aerei, ma soffre quando puntato dalla rapidità di Miccoli (santo Cana, pronto a coprire le spalle al compagno). Il primo e unico lampo del Romario del Salento costringe Marchetti al volo, guantonata al povero ragno che aveva messo tenda all’incrocio dei pali. La Lazio resiste ai dieci minuti di assalto dei rosanero, che sfruttano bene la trequarti centrale e trovano spesso situazioni vantaggiose per imbucate e conclusioni anche se Marchetti, di fatto, resta poi inoperoso. Ultimo lampo per le Aquile, Hernanes soffia la palla nella ripartenza degli avversari e con un diagonale velenoso dal limite costringe Ujkani a srotolarsi lungo la longitudine della linea di porta per deviare con la punta dei guanti.
SECONDO TEMPO – Lo spartito cambia e si nota dai primi minuti. Cana si abbassa costantemente sulla linea dei difensori, diventa una difesa a cinque vera e propria con il solo risultato di allungare la squadra e dilatare la distanza tra i reparti. Baricentro basso ed esterni incollati alla linea. Palermo più voglioso e determinato, dopo cinque minuti Cavanda perde la testa (pessimo il suo secondo tempo) e rischia il pasticcio con uno sciagurato retropassaggio. Pressing offensivo invece per i rosanero che spediscono alla corda gli avversari, senza però riuscire a creare occasioni. La Lazio resiste con le unghie e con i denti e trova il gol del raddoppio, ma i collaboratori del sig. Rocchi non sono dello stesso avviso e fanno scontare a Floccari, con gli interessi, il braccio galeotto della scorsa partita. Minuto 62’, deliziosa la coreografia con Mauri, velo del primo e cioccolatino in verticale del secondo. E’ gol di Floccari, ma arriva il fischio del fuorigioco, nonostante la posizione regolare, oltre un metro, dell’attaccante calabrese. La Lazio accusa il colpo, si aliena dalla partita. Quando Dybala scappa sulla destra e Miccoli ciabatta il rigore in movimento, il presagio non è dei più rosei. Al 70’ infatti, cross basso di Dossena da sinistra, la difesa si preoccupa degli attaccanti; Rios si inserisce da dietro, scaricabarile tra Radu e Ciani e piattone facile facile del mediano per il pareggio. Neanche un giro d’orologio e la Lazio si lascia sorprendere mal piazzata, Miccoli tutto solo a sinistra appoggia per l’accorrente Dybala che non perdona. KO? Non per questa Lazio. Petkovic corre ai ripari, dentro Candreva e Kozak per Radu e Ledesma. Floccari ci prova invano di testa, poi piazza la giocata vincente. Finta di tiro in area, Munoz abbocca e gli frana addosso, è rigore: Ujkani indovina l’angolo ma non arriva sul colpo ben calibrato del Profeta. La Lazio prova a vincerla, ma si sbilancia e nell’ultima azione, Miccoli spreca tutto con una maldestra acrobazia. Due a due che lascia l’amaro in bocca – Sicilia stregata dopo il poker di Catania – sul risultato pesa l’errore del guardalinee sul raddoppio negato a Floccari, spietato contro quel Gasperini che lo liquidò senza troppi patemi al Genoa. La Juventus resta avanti con due punti di vantaggio, sperando in un miracolo del sempreverde Totò nell’anticipo serale.
TABELLINO:
Palermo (3-4-1-2): Ujkani; Von Bergen, Aronica (1′ st Munoz), Garcia; Morganella (19′ st Anselmo), Rios, Kurtic, Dossena; Ilicic (33′ st Malele); Dybala, Miccoli. A disp.: Benussi, Brichetto, Donati, Viola, Sanseverino, Bollino. All.: Gasperini.
Lazio (3-5-1-1): Marchetti; Biava, Ciani, Radu (28′ st Candreva); Cavanda, Ledesma (34′ st Kozak), Cana, Hernanes, Lulic (23′ st Gonzalez); Mauri; Floccari. A disp.: Bizzarri, Carrizo, Scaloni, Dias, Zauri, Brocchi, Rozzi. All.: Petkovic.
Arbitro: Rocchi
Reti: 12′ pt Floccari (L), 25′ st Rios (P), 26′ st Dybala (P), 40′ st rig. Hernanes (L)
Ammoniti: Garcia, Miccoli, Von Bergen (P), Cavanda, Cana Lulic (L).
[Davide Capogrossi – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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