Palermo-Milan: presentazione partita ed analisi tattica

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Nemmeno il tempo di godersi una vittoria fondamentale nel difficile avvio di stagione patito dai rossoneri, che è subito tempo di tornare un campo: l’avversario del turno infrasettimanale rossonero è il Palermo, avversario che negli ultimi anni è sempre riuscito a mettere in difficoltà il Milan, sopratutto al Giuseppe Meazza.

La trasferta del Barbera metterà di fronte una squadra che sta vivendo un momento di confusione forse peggiore di quello rossonero: dopo poche giornate in cui ha raccolto risultati negativi infatti, in pieno stile Zamparini è stato allontanato Sannino, tecnico autore di una stagione sorprendente alla guida del Siena l’anno scorso, capace di arrivare con la piccola squadra toscana fino alla semifinale di Coppa Italia. Al suo posto, il presidente più vulcanico d’Italia ha scelto Gasperini che, reduce dalla disastrosa avventura all’Inter, per ora alla guida dei siciliani ha raccolto dei risultati abbastanza interlocutori: il Palermo ha infatti collezionato tre pareggi nelle ultime tre partite disputate, due dei quali a reti bianche.

Da parte loro, anche i rossoneri non sono in un momento di grande vena realizzativa: fino ad ora in campionato i giocatori a segno per il Diavolo sono soltanto tre [El Sharaawy, Pazzini e De Jong] per un totale di 10 reti segnate; per fare un confronto, il migliore attacco del Campionato fino a questo punto è quello della Juventus che di reti ne ha segnate 20, il doppio di quelle del Milan.

Massimiliano Allegri sembra intenzionato a confermare la strategia vista nelle ultime due partite ufficiali: 3-4-3 il modulo, dubbio su 3 interpreti principalmente; Amelia o Abbiati in porta, Zapata o Mexes per la difesa e Pazzini o Pato per l’attacco. Per il resto, scelte quasi obbligate per l’allenatore Livornese alle prese con la solita miriade di infortuni che sembra ormai una costante delle ultime stagioni del Milan; Abate e Constant dovrebbero giostrare sugli esterni e Boateng non sarà ancora della partita, alle prese con un problema al ginocchio e, aggiungiamo noi, con un problema di riposizionamento tattico nel nuovo modulo scelto dal mister. Il Milan dovrà comunque essere bravo a sfruttare la spinta psicologica che ha indubbiamente tratto dalla vittoria casalinga contro il Genoa, giocando d’autorità a Palermo e iniziando la partita con il giusto atteggiamento mentale come ha fatto Sabato sera. Il momento delle due squadre ci suggerisce comunque che vedremo una partita con pochi gol, nella quale dunque conteranno moltissimo i singoli episodi: sarà dunque importante cercare di non concedere nulla ai rosanero e dunque non subire lo svantaggio. Molta attenzione andrà prestata a Fabrizio Miccoli, un attaccante che in passato ha sempre fatto male al Milan e la cui mobilità potrebbe essere molto adatta a mettere in crisi una difesa a tre; su di lui dovrà far buona guardia Bonera, il centrale più adatto a marcarlo.

LA CHIAVE TATTICA: Il Milan dovrà scendere in campo altamente motivato, giocando d’autorità; i 3 punti contro il Genoa devono rappresentare una spinta psicologica ma non devono illudere i rossoneri che non sono ancora fuori dalla crisi. Sarà fondamentale ancora una volta lo spirito di squadra e la compattezza, e cercare di limitare di più gli errori individuali, cosa che ha complicato non poco l’ultima prestazione in campionato.

IL GIOCATORE CHE SCHIEREREI: Anche se solo in staffetta, darei almeno un tempo ancora a Pato. Il brasiliano ha bisogno di giocare per ritrovare confidenza con il pallone, con il nuovo modulo e i compagni. Giocare è anche il solo modo per aiutarlo psicologicamente a vincere la paura di farsi male di nuovo, che potrebbe essere una grossa limitazione alle prestazioni del 23enne attaccante rossonero. Il suo recupero va gestito con prudenza sia dal punto di vista fisico che psicologico, ma l’unico modo che Allegri ha per recuperarlo è farlo giocare il più possibile, compatibilmente con la forma attuale del calciatore.

IL GIOCATORE CHE NON SCHIEREREI: Qualcuno di voi che legge abitualmente la mia rubrica dirà “Siamo alle solite”, ma io non posso fare a meno di rifare ancora una volta il nome di Giampaolo Pazzini. Non ha senso tenere un centravanti dalle sue caratteristiche in campo per il Milan in questo momento. L’italiano potrebbe essere utile solo per le eventuali mischie finali, ma è troppo poco mobile e aiuta troppo poco per poter essere il giusto terminale offensivo di una squadra che ha vitale bisogno del contributo di tutti gli undici giocatori in campo anche in fase di costruzione della manovra. Aspettiamo ancora con impazienza di capire che senso dare all’acquisto in extremis di Bojan.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]