Eran Zahavi, uno dei volti nuovi del Palermo, ha parlato, in un’intervista riportata dal Giornale di Sicilia, del modo come i palermitani vivono il calcio, molto diverso dal modo di intenderlo dei suoi connazionali. “Il calcio qui è diverso, in campo si lavora tanto sia sulla tattica che sulla parte atletica. E quando sei fuori, ti accorgi che per la gente è come la religione. Ovunque vai c’è qualcosa di rosanero e si discute di noi. Anche in Israele c’è tanta passione, ma lì tutto finisce al novantesimo. Dopo questa prima partita con il Thun mi sono reso conto che qui si parla sempre di calcio”. Zahavi sa perfettamente di essere considerato l’erede di Pastore e che quindi tutti da lui, si aspettano tanto. “So che la gente da me si aspetta tanto.
Questo mi carica ulteriormente, mi fa sentire più importante. Lo so che si fanno continui paragoni con Pastore, ma io sono Zahavi e sono pronto a dimostrare il mio valore sul campo. Sono una persona che pensa sempre positivo e cerca di migliorarsi giorno per giorno. Credo tanto nei miei mezzi e lavorerò per diventare un giocatore importante per il Palermo”. Come a molti giocatori spesso accade, la prima volta che giocano allo stadio “Renzo Barbera” restano molto impressionati dal calore della tifoseria…….”L’esordio allo stadio “Barbera” mi ha regalato sensazioni speciali, è fantastico giocare davanti a tutta quella gente che ti incita dall’inizio alla fine. Certo se avessimo vinto sarebbe stato meglio ma il tempo non manca, peccato non aver vinto ma io non sono preoccupato per il ritorno, nessuno di noi vuole lasciare l’Europa League e a Thun vogliamo vincere. Non sarà facile ma abbiamo le carte in regola per fare risultato”.
[Maria Concetta Casales – Fonte: www.tuttopalermo.net]
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