Le pietre che gridano la storia e la crisi di Atene aspettano la Lazio. La bolgia attesa, disattesa allo stadio Olimpico Spyros Louis: pochi tifosi sugli spalti, impegnati nella ricerca del contatto fisico. Il clima ostico e l’aria ostile, l’inno dell’Europa League, lo strano viaggio di Miro Klose, in tribuna, l’occasione per Sergio Floccari: tutto insieme, è Panathinaikos-Lazio. I greci portano in campo i problemi di classifica in campionato, la panchina traballante di Ferreira, le assenze pesanti (su tutte quella dell’argentino Leto), davanti si affida a “El Tuna” Fornaroli, vecchia conoscenza, non troppo incisiva, della Sampdoria. Mini-turnover per Petkovic: dentro Bizarri, Ciani, Cavanda e Floccari, centrocampo che vince non si cambia, tutti titolari sulla mediana. Tutto insieme, è Panathinaikos-Lazio. Regalo, e beffa finale, compresi.
MATCH – La Lazio ruggisce subito, dopo appena 2′, Candreva prova il replay del gol contro il Milan, tiro potente ma Karnezis devia in angolo. Proprio dalla bandierina 15′ più tardi la Lazio bussa ancora: Candreva batte, Dias si libera dalla marcatura e scheggia il palo. Rispondono i greci: Fornaroli sorprende in contropiede la retroguarda, Sissoko punta Konko, lo salta e conclude a rete: ci pensa Dias di testa a spazzare e salvare la propria porta.
Poi i difensori del Pana combinano la frittata: retropassaggio al portiere che, pressato da Mauri, disimpegna su Seitaridis. Il difensore a quel punto perde la testa e deposita beffardamente la palla in rete. I giocatori biancocelesti ringraziano, il regalo è gradito. Provano a reagire i verdi di Atene, pressano una Lazio stupita da tanta grazia. Alcuni tifosi del Pana abbandonano lo stadio, in silenzio. Il match scivola soporifero verso gli spogliatoi, tutti sembrano impazienti solo di prendere il famoso tè caldo, e vengono accontentati dall’arbitro spagnolo Gomez. Rientra in campo la Lazio, con Mauro Zarate in più, al posto di Stefano Mauri, autore di una prestazione opaca. I biancocelesti provano a raddoppiare: cross di Konko, Floccari svetta sul primo palo, Candreva raccoglie il pallone e tenta un tiro cross che la punta calabrese ribadisce verso la porta, incontrando la deviazione di un difensore.
La partita viene interrotta dall’arbitro causa lacrimogeni, filtrati all’interno dello stadio: fuori dallo stadio scontri tra polizia e ultras greci. Sissoko prova a mettere in difficoltà Cavanda, ci riesce, il suo cross viene impattato da Fornaroli, ma la conclusione non impensierisce Bizzarri. Entra Quincy, e il Pana rialza la testa: prima Christodoulopoulos, poi lo stesso neoentrano provano, a dir la verità con azioni personali, a riaprire il match. Nessuno delle due conclusioni centra lo specchio. Prova Floccari al 72′, ma il suo tiro, dopo aver sradicato il pallone dai piedi di un avversario, finisce come i precedenti: fuori. Tochè rileva Fornaroli, mai veramente pericoloso. Dentro Onazi e fuori Hernanes, a sprazzi oggi, ha l’occasione di tirare il fiato. Il gioco si fa spezzettato entra anche Mavrias, classe ’94, prodotto del vivaio casalingo. Poi il lampo, Quincy infila un pallone pericoloso per Tochè, uscita perfetta di Bizzarri, che riesce a respingere. I tre cambi di Ferreira hanno vivacizzato l’attacco greco, entra Cana al posto di Gonzalez. La Lazio concede qualche calcio di punizione pericoloso di troppo, qualche spiovente troppo vicino a Bizzarri: Cana decide di metterci una toppa a modo suo, e dopo 2′ si becca un giallo.
Il gol greco è nell’area: salva sulla linea Konko su Christodoulopoulos, sull’angolo conseguente Tochè è il più lesto a metterla in porta, e il trifoglio ottiene l’insperato pareggio, Ferreira salva la panchina. La Lazio paga una gestione annoiata e noiosa del match, un atteggiamento pigro e indolente nel secondo tempo, la pressochè nulla ricerca del raddoppio. La Lazio prova alcuni assalti, si rivedono davanti giocatori che nel secondo tempo hanno detto troppo poco: è Ledesma ad andare sul fondo, forte e teso il pallone per Cana, ma il suo sinistro ben coordinato non trova la porta. Triplice fischio, adieu Atene. Finisce il match, Lazio sempre prima nel girone, complice il pareggio tra Maribor e Tottenham, ma i biancocelesti non approfittano di noia e regali, di un avversario onestamente non all’altezza, e si fanno beffare nel finale. Omissione di gioco nel secondo tempo, lentezza nel ripartire, poca fantasia e voglia di chiudere i conti: in Europa non si può concedere nulla. Tanti rimpianti, ipoteca sul passaggio del turno sfumata: non bastano i regali, l’Europa non perdona.
[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]