Sull’argomento ha rilasciato dichiarazioni importanti il Papu Gomez nel corso di un’intervista al quotidiano argentino Olè. Queste le sue parole: “Penso che all’inizio ci sia stata molta disinformazione e tutti abbiamo preso alla leggera questa situazione. Pensavamo fosse solo un’altra influenza, un virus come altri, quindi continuiamo a vivere una vita normale. Solo con le zone rosse e con la crisi degli Ospedali sovraffollati abbiamo iniziato a capire, ma fino a 20 o 25 giorni fa non sapevamo nulla. Poi sono iniziati i decessi e li abbiamo cominciato ad aver paura. Ora gli ospedali sono pieni e non c’è più spazio per i malati. L’altro giorno i militari sono venuti per prendere le bare per cremare i defunti da qualche altra parte perché qui non c’è posto nei cimiteri. È tremendo! Ogni mattina mi alzo per guardare le notizie e sono sempre cattive. La situazione è drammatica, la quarantena è molto rispettata ma ci sono ancora alcune persone per strada”.
Il capitano dell’Atalanta, poi, ha parlato anche dell’eventuale ripresa delle attività che, al momento, sembra molto lontana: “Ad oggi è molto difficile per me pensare al calcio perché non vedo come si possa tornare a giocare a breve termine, non vedo una soluzione nel futuro prossimo. La realtà è che non so quando tornerò ad allenarmi con i miei compagni di squadra e a giocare. Si dice che si potrebbe ripartire tra un mese, ma tornare a giocare vuol dire viaggiare, spostarsi e andare negli alberghi: forse tra un mese ci saranno meno infetti, ma tutto questo non sarà certo finito”.
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