Le parole del portiere del Parma nel corso di un’intervista rilasciata all’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
PARMA – Gianluigi Buffon, portiere del Parma, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole: “Continuo perché ho un sogno. Ma dovrà essere supportato dai risultati. Appena riconoscerò un segnale di declino, un minuto dopo smetto. Anche perché io sto benissimo a casa con mia moglie e i miei figli, con gli amici. Smettere non sarà mai un trauma. Quando accadrà, non sarò felice: di più. Perché sento il bisogno di fare altro e di interessarmi di altro. Mi entusiasma l’idea di poter dedicare del tempo agli hobby e a tante piccole cose che sto sacrificando. Ma sento che ho ancora qualcosa di speciale da fare. Ho un sogno da raggiungere, forse un’utopia, che mi spinge avanti”.
Sulla Nazionale: “Mancini ha fatto una cosa straordinaria. Possiamo solo fargli lodi e complimenti. E io, a 43 anni, anche per rispetto del lavoro del c.t., non sarò mai quello che si candida: “Oh, ci sono anch’io…” Mai. Ma il Mondiale mi serve per sognare. Altrimenti per cosa gioco a fare? Per riportare il Parma in A, certo. E dopo? Quasi sicuramente Mancini non mi chiamerà, giustamente, ha i suoi uomini, il suo gruppo. Ma io ho bisogno di sapere che ci sarà un Mondiale in Qatar per continuare a parare e sognare”.
Su Donnarumma: “Ha fatto un grandissimo Europeo. Per le parate, ma soprattutto per la gestione delle varie situazioni, è stato di una spanna superiore a tutti gli altri portieri. Se a inizio torneo poteva essere ancora considerato una sorpresa, alla fine ha consolidato la sua posizione: oggi è lui il punto di riferimento mondiale. Ho già studiato alcune cose di Gigio che mi faranno migliorare negli anni che mi restano tra i pali. Ho una serenità tale che la bravura degli altri non sarà mai un problema. Non mi sentirete mai dire: “Vediamo se tra 25 anni sarà forte come me”. Ammiro i bravi portieri come ammiro i fenomeni degli altri sport. Mi esaltano”.