Vittoria in trasferta, questa sconosciuta. Non è bastato un super Keita per tornare a vincere lontano dall’Olimpico. L’8 maggio rimane la desolante data dell’ultimo sorriso. L’ex Barcellona è stato l’inarrestabile trascinatore dei capitolini. Del numero 14 sono tutte le occasioni create dalla Lazio. Stupisce per maturità il talento classe ’95, che sblocca la gara nel secondo tempo dopo una prima frazione di gioco di assoluto livello. Ancora evidenti le lacune nella difesa biancoceleste, che non riesce a frenare la riscossa parmense. Riscossa culminata con la capocciata di Lucarelli su calcio d’angolo. La Lazio sale così a quota 16 punti e viene sorpassata anche dal Genoa.
FORMAZIONI – Petkovic ripropone il 4-3-3 visto nelle ultime settimane: Marchetti si rimette i guantoni dopo la gara di Europa League. La linea dei quattro di difesa è composta da Pereirinha a destra, Radu a sinistra, Cana e Novaretti al centro. Ledesma opera in cabina di regia, al suo fianco Hernanes e Onazi. Miroslav Klose è supportato da Candreva e Keita, riproposto quest’ultimo dopo l’ottima gara contro l’Apollon Limassol. Donadoni schiera invece il suo Parma con un 3-5-2: a difesa di Mirante ci sono Cassani, Lucarelli e Felipe. Il jolly Marchionni dirige il traffico a centrocampo, scortato da Obi e Parolo. Rosi e Gobbi sono gli esterni, Palladino e Cassano il duo d’attacco.
PRIMO TEMPO – Il primo squillo della partita lo suona Candreva con un calcio piazzato dai 30 metri che non trova lo specchio della porta. Poi è Hernanes che prova ad illuminare il cielo plumbeo del Tardini: il Profeta si incunea di prepotenza in area di rigore e mette in mezzo un pallone che rotola sui piedi di Klose. Il tedesco appoggia dietro per l’accorrente Onazi che viene murato dalla difesa ducale. La prima sortita gialloblu è a firma di Marchionni, ma il suo destro è ampiamente fuori misura. Partita noiosa, che vive di fiammate improvvise. Keita, ottimamente assistito da Onazi, si ritrova uno contro uno con Lucarelli. L’ex Barcellona disorienta il suo diretto avversario e di sinistro prova la conclusione. Mirante è bravo a neutralizzare nonostante Klose piombi sul pallone come un rapace. Al minuto ventisei Donadoni deve rinunciare ad Obi, che lascia malconcio il prato verde sostituito da Valdes. Ritmi blandi, la gara non decolla, il solo Keita prova a dare brio alla manovra biancoceleste. Proprio il numero 14 capitolino per un soffio non sblocca la gara con un incornata che sibila a fil di palo. Prima del duplice fischio il fato si accanisce ancora sui ducali: finisce k.o. anche Palladino, al suo posto c’è Sansone. Latitano le emozioni al Tardini, la prima frazione di gioco si chiude priva di esultanze.
SECONDO TEMPO – I secondi quarantacinque minuti si rivelano subito scoppiettanti. Prima Sansone mette i brividi alla porta di Marchetti, con un destro che dà solo l’illusione del gol. Poi spetta a Keita al minuto 51 trasformare l’illusione in realtà: Candreva semina il panico sulla destra, si affaccia in area e tenta il dribbling su Gobbi. La palla carambola su Keita che brucia Cassani, mette a sedere Mirante e con calma olimpica deposita in rete per la sua prima segnatura con l’aquila sul petto. Lazio in vantaggio meritatamente con il suo uomo migliore. Nemmeno il tempo di inaugurare il tabellino dei marcatori che Cassano manda a vuoto Novaretti e solo davanti a Marchetti apre troppo il piatto destro. Decisiva nell’occasione la diagonale di Pereirinha che contrasta il fantasista barese. La partita si accende, il Parma si tuffa in avanti alla ricerca del pareggio, la Lazio cerca di colpire in contropiede. Al sessantesimo Radu veste i panni di Ledesma e pesca Keita in posizione regolare. Il talento della cantera capitolina in precario equilibrio spedisce alto sopra la traversa, ignorando Klose solo al centro dell’area. Il forcing offensivo dei gialloblù viene premiato al 64esimo: Novaretti si perde Lucarelli su calcio d’angolo, il difensore parmense gira sul primo palo e sigla l’1 a 1. Le squadra si allungano e fioccano le occasioni. Keita è una furia, imprendibile. Ancora e sempre lui riceva palla, sterza e scarica il destro. Mirante è attento. Pochi giri d’orologio e Petkovic richiama Hernanes, al suo posto subentra Biglia. I ventidue in campo rifiatano, e il tecnico di Sarajevo si gioca le carte Floccari e Cavanda, al posto di Klose e Pereirinha. I Petko boys non hanno più forze, la spinta offensiva capitolina non riesce più ad essere incisiva, nonostante il Parma sia costretto a disputare gli ultimi minuti in dieci per l’espulsione di Rosi (reo di aver pronunciato una parola di troppo nei confronti dell’arbitro). Finisce in pareggio al Tardini, la vittoria in trasferta continua a sfuggire dalle mani della Biancoceleste.
[Andrea Centogambe – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]