In un calcio dove il tesoro più nascosto è diventata la pazienza, la capacità e la volontà di attendere e aspettare i risultati, spicca la scelta adottata dalla dirigenza del Pescara che dopo la terza gara di campionato si è ritrovato con zero punti in classifica e 9 gol al passivo, prestazioni scialbe e immensa difficoltà nell’andare a rete, ma ha voluto insistere sulla stessa scelta fatta in estate. Inter, Torino e Samp hanno messo a nudo tutte le difficoltà della squadra allenata da Stroppa, figlia di un mercato di rincorsa, realizzato per colmare i vuoti lasciati dagli adii di Verratti, Insigne e Immobile, oltre che quello di Zeman.
La società abruzzese avrebbe potuto basarsi sulle prime tre gare per fare piazza pulita e stravolgere tutto attuando la più classica delle sceneggiate alla Zamparini, invece ha deciso di aspettare e concedere ancora fiducia a Stroppa e al suo staff, insistendo ancora su un’idea che è nata a giugno e che fino a quel momento non pagava, ma che da lì a poco avrebbe dato le sue prime soddisfazioni a tutta la piazza. Il Pescara ha infatti continuato con Stroppa, che a sua volta ha trovato la quadratura del cerchio mettendo in campo una squadra più tosta da battere e molto più dinamica dalla cintola in su. Il primo risultato positivo della stagione è arrivato alla quarta di campionato con un pareggio contro il Bologna fuori casa, poi il bottino pieno nell’incontro con il Palermo davanti i passionali tifosi di casa, infine la recente vittoria sul campo del Cagliari.
Ben 7 punti in 3 partite, tanti quanto il Milan tanto per fare un esempio. Oltre ai punti si è visto anche un gioco, una serie di schemi che l’allenatore ha provato durante la settimana e che i suoi giovani atleti hanno messo in pratica sul campo. Ci sarà ancora da lottare e sudare parecchio per ottenere la salvezza, ma almeno il Pescara ha smesso di essere la vittima sacrificale che tutti avevano pensato che fosse dopo le prime tre giornate. Ora il Pescara è una squadra, con un allenatore competente e una dirigenza saggia perchè ha saputo soffrire ed aspettare.
[Antonio Vitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]