“Dopo una partenza dignitosa abbiamo fatto l’ennesimo disastro”. Sono le parole di Bocchetti, sincere e trasparenti, svuotate di qualsiasi alibi o minimizzazione. “È inutile girarci intorno, abbiamo fatto delle bruttissime figure. Purtroppo dobbiamo ammettere che parecchi di noi non riescono a giocare in serie A.” La verità è che la promozione è stata una dolce sorpresa, ma forse il Pescara non era ancora pronto. Motivo per cui sono stati commessi molti errori, alcuni clamorosi. Il puzzle non è mai stato completo, mancavano troppi tasselli, a partire da un vero allenatore, autorevole, esperto, capace di donare alla squadra uno schizzo d’identità, anche con tutte le sue debolezze, e non solo bravo con le parole, non solo maestro di entusiasmo. “Questa cosa non ci appartiene, questa Curva non retrocede”. Non è il ritorno in serie B che fa più male. A volte, come detto in precedenza, anche la tecnica non basta, ci vuole la grinta, ci vuole l’amore, ma a pensarci bene, a ripercorrere l’intero campionato, mi vien quasi da sorridere. È vero, molti giocatori non erano all’altezza, ma alcuni di loro in fondo ci hanno davvero messo il cuore. Altri invece hanno dimostrato talento individuale, ma ora hanno già preparato le valigie, pronti a scappare via. Non stupitevi poi di fronte all’immagine di un Miccoli inedito, che piange per la sua Palermo. E chi lo fa per la nostra Pescara? Vi dirò di più, Bucchi si sarebbe meritato la mia personale riconferma, si fa per dire, se solo nelle ultime partite avesse schierato la primavera al completo.
Domenica sera uno striscione recitava “I clienti ringraziano”. Probabilmente anche la dirigenza ha pagato per la sua inesperienza. Adesso si deve voltare pagina, per davvero, e cominciare da capo a costruire con pazienza, seguendo le linee guida di un’idea concreta, il nostro fragile castello di carte, con la speranza che non crolli più. Le fondamenta sono rappresentate dalla costruzione di un nuovo centro sportivo, che verrà presentato al pubblico a fine giugno. La prima carta è stata la nomina ufficiale di Giorgio Repetto come direttore sportivo, in attesa del futuro allenatore. Intanto Zeman rilascia questa dichiarazione “Non credo di dover dare una risposta al Pescara, a parte che con i dirigenti e il presidente del Pescara ci sentiamo spesso e penso ci sentiremo anche questa settimana, più da amici che da datore di lavoro a dipendente”.
Parole confuse che evocano vecchi ricordi, già una volta hanno promesso illusioni. E mentre la dirigenza ripete di fare di tutto per riportarlo indietro, lui sembra dire il contrario, forse temporeggia, aspetta lo squillo di una tromba dai piani alti. Ma non tutti hanno ancora voglia di inseguirlo, di aspettare. Una decisione sul futuro allenatore deve essere presa nell’arco di una settimana, al massimo dieci giorni, come afferma l’AD Danilo Iannascoli. Si chiude così anche questo campionato, e quasi per non interrompere la fase negativa che ha vinto tutti i record, lo fa lasciandoci un’amara ciliegina sulla torta.
[Alessandra Pelliccia – Fonte: www.lavocedeipescaresi.net]