Un guerriero che non molla mai, un duro che in mezzo al campo non vuole mai perdere un contrato, un pallone, uno scontro. Giampiero Pinzi, anche nella sfortunata partita di domenica contro il Genoa, ha messo in campo la sua grande determinazione e voglia di vincere essendo, con la momentanea assenza di Asamoah impegnato in coppa d’Africa, il punto di riferimento per il centrocampo di Francesco Guidolin che gli ha consegnato – ancor di più – le chiavi della mediana.
Un cuore grande così e la maglia dell’Udinese tatuata sulla pelle e un cuore tutto bianconero che fanno di Giampiero uno dei leader della squadra, sia in campo che fuori. Ma la grinta che mette in campo nasconde, dietro di se, una grande persona, sempre disponibile anche negli avvenimenti extracalcio e che a Udine si è integrato benissimo, quasi fosse la sua seconda casa. La sua lunga storia d’amore con la città e con il club dei Pozzo è iniziata nel 2000 e, salvo un paio di stagioni a Verona con la maglia del Chievo, la sua carriera lo ha visto sempre in maglia bianconera diventandone anche capitano dopo l’addio di Valerio Bertotto e, ad oggi, in caso di assenza di Antonio Di Natale, i gradi di capitano spettano sempre a lui.
Anima guerriera, carismatica e punto di riferimento per il gruppo, anche quest’anno Pinzi sta facendo vedere di che pasta e fatto e a Marassi è stato lui, insieme a tutta la squadra, a provare in tutti i modi ad evitare la sconfitta trovando, tuttavia, uno strepitoso Sebastien Frey sulla sua strada. Proprio in portiere francese, nel momento di maggior pressione friulana, dopo il gol del 2-3, gli ha negato la gioia del gol con un riflesso felino e decisivo. Ma Giampiero è pronto a nuove battaglie, lottando sempre li, li nel mezzo.
[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]