Pirlo a Barcellona: solo Galliani può evitarlo. Da Agnelli a De Laurentiis, l’importanza dei Presidenti. Un Direttore Sportivo “segreto” al Genoa

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La svolta al Milan c’è stata la sera del 19 ottobre, sul Paseo de la Castellana, quando Adriano Galliani ha consegnato a Massimiliano Allegri le chiavi dello spogliatoio. Era da poco finita la gara del Bernabeu contro il Real Madrid. I rossoneri erano ingessati ma soprattutto il tecnico si sentiva soffocato dalle pressioni del Presidente, Silvio Berlusconi. Allegri sapeva che con quel modulo la squadra non aveva equilibrio ed era consapevole del rischio nel quale stava incorrendo: restare schiacciato come Leonardo, qualora avesse continuato a puntare su Ronaldinho, Ibra e Pato tutti insieme, con Robinho in panchina. L’ultimo arrivato (il brasiliano ex City) era già messo sotto accusa dagli esperti della critica ma, con tre mediani in più e tre tenori in meno, la squadra ha iniziato a scalare posizioni in classifica.

Allegri ha saputo rinunciare a Ronaldinho e Pirlo, ha usato il metro giusto nel gruppo e, soprattutto, ha dimostrato di essere uno che non guarda in faccia a nessuno. Quando lascia un big in panchina non dà mai spiegazioni, perché “quando giocavo io, preferivo non sapere le spiegazioni: era una presa in giro”. Questo è il pensiero di Allegri. Poi ci sono i giochi di mercato che influiscono anche sulle scelte tecniche. Il Milan può fare anche a meno di Ronaldinho, lo dimostra il campo. Potrebbe fare a meno di Pirlo, ma da quando si è fatto sotto il Barcellona, in Via Turati, temono che in estate il regista bresciano possa cadere in tentazione. Guardiola ha già chiamato e ha anche ricevuto risposta. Galliani è l’unico a poterlo convincere, non è un problema di soldi. L’operazione Milan partirà solo dopo Natale, ma questo Pirlo a questo Milan può dare ancora tanto. Galliani, ci pensi lei.

Si avvicina gennaio ed il mercato delle big non potrà essere al risparmio. Il Milan necessita di un difensore (David Luiz del Benfica in pole) e di un attaccante. La Juve non starà a guardare ed il Napoli dovrà chiudere almeno due operazioni d’alto livello: subito, non a giugno. Beppe Marotta bluffa, quando parla di sessione invernale di basso profilo. La crescita deve essere graduale ma, per fortuna, c’è quel pitbull di Andrea Agnelli che in sede controlla anche le carte della segreteria. E’ bastato cambiare Presidente, alla Juve, per iniziare a respirare aria nuova. Nei prossimi giorni, proprio Agnelli darà il via libera al Direttore Marotta affinché proceda sul mercato, seppur con oculatezza.

Sulle scelte tecniche il Presidente non influisce, ma i suoi consigli saranno preziosi. Da Torino a Napoli la sostanza non cambia. Il Presidente De Laurentiis è l’unico in grado di far svoltare il club. Lo ripetiamo da 7 mesi. Se i partenopei puntano al quinto-sesto posto, ci siamo. Altrimenti occorre passare dal distributore della benzina a gennaio, perché la scorsa estate gli investimenti sono venuti meno. Quando De Laurentiis parla di tre acquisti ha ragione: non occorre fare rivoluzioni, ma quegli innesti vanno fatti subito. Cosa succede a Hamsik? Attenzione ad un disegno preciso che può distogliere l’attenzione dello slovacco. Quell’errore sul primo palo non è ammissibile da uno come Marek.

In chiusura, una riflessione sul Genoa. Il giocattolo di Preziosi rischia di rompersi. Prima ha pagato Gasperini, il quale non ha ricevuto neanche la metà di quello che ha dato al Grifone, domani pagherà il Direttore Capozucca, contrario all’ingaggio di Ballardini. Enrico Preziosi si sta avvalendo della consulenza esterna di un nuovo D.S. che a Parma non ricordano con il massimo affetto: Andrea Berta, è lui il nuovo uomo mercato del Genoa. Contatta calciatori, incontra procuratori e ha conquistato la fiducia di Preziosi Junior e Senior, così come, a suo tempo, a Parma conquistò la fiducia del Presidente Tommaso Ghirardi; ma quest’ultimo, almeno, aveva l’attenuante di essere una new entry nel mondo del calcio.

Ci auguriamo per il Genoa che sotto la guida di Berta non passi gli stessi guai del Parma, prima finito in serie B e poi appesantito da ingaggi faraonici. Pietro Leonardi ha dovuto lavorare giorno e notte per sistemare il bilancio del club ducale. A quanto pare i Presidenti, con o senza valigetta, le lezioni non le imparano mai. Che funzione ha Berta a Genova? Ha un contratto di consulenza oppure di collaborazione? La F.I.G.C. stia più attenta anche a queste figure, la Procura Federale non si svegli solo quando arrivano segnalazioni esterne. E gennaio si avvicina. Probabilmente per Preziosi sarebbe stato meglio se Berta avesse continuato a filare.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]