La papera di Carrizo, in occasione del gol dell’1-2, e la freschezza atletica portata in campo da Joel Obi e Andrea Poli hanno fatto sì che l’Inter potesse interrompere quel digiuno di punti che durava da poco più di un mese. Col Catania avanti per 2-0 Ranieri, nella ripresa, ha presentato una formazione ultra-offensiva. L’ingresso di Wesley Sneijder ha trasformato il 4-4-2 in un 4-2-1-3, con Pazzini punta centrale, Forlan sempre sulla sinistra e Diego Milito in un’improbabile posizione di ala destra, con l’olandese ad agire e ispirare la manovra in posizione di playmaker offensivo.
L’Inter ha attaccato (seppur in maniera confusionaria), ma il Catania si è quasi sempre difeso senza difficoltà alcuna, ricacciando dietro i nerazzurri e finché le energie hanno retto, gli etnei hanno cercato di pungere in contropiede, salvo peccare in leziosità, specchiandosi in sé stessi. Ciò nonostante, i siciliani non hanno avuto difficoltà ad avere ragione del centrocampo nerazzurro, in estrema difficoltà e a corto di fiato. Esteban Cambiasso e Angelo Palombo, due tra i nerazzurri peggiori in campo ieri sera, non sono riusciti a tenere il ritmo degli indemoniati Gomez, Barrientos e Almiron, motivo per cui Ranieri li ha sostituiti con Obi e Poli.
La differenza si è subito notata con i cambi, intorno all’ora di gioco. L’Inter, vuoi anche per il crollo verticale dei sudamericani catanesi prima citati, è riuscita ad avere la meglio, grazie e soprattutto alla lena e alla freschezza dei due giovani ragazzotti. Molto bene l’ex doriano, vera e propria nota positiva in seno alla crisi nerazzurra. Non solo tanta legna e volontà nell’andare a cercare i contrasti e il pallone vagante, ma anche predisposizione nell’inserimento nello spazio per andare a concludere.
Bene anche il nigeriano, bravo nel cercare la combinazione sull’esterno (molto bello il cross per lo ‘sprecone’ Pazzini) e la sovrapposizione, vista anche la sua predisposizione a giocare come ala o terzo di centrocampo sulla sinistra, sia con Forlan che Nagatomo. Se migliorasse nel fondamentale dello scambio con i compagni, anch’egli potrebbe avere un buon futuro.
Per un Poli e per un Obi che danno una scossa in termini di brillantezza fisica a una squadra con le pile inesorabilmente scariche, c’è un Esteban Cambiasso rattristato in panchina, sfiancato sia nel fisico che nelle emozioni, viste le sue lacrime per via dei fischi inaspettati quanto immeritati per un uomo che ha l’Inter nel cuore, un uomo che ha tirato la carretta per anni e che è stato colonna dei successi con Mancini e Mourinho. Il povero Cuchu, che quest’anno non ne ha saltata una, è rimasto vittima dell’inesorabile passare del tempo e delle tante battaglie passate che ora cominciano a farsi sentire.
Nessuno dimentica quanto fatto in passato. Il campione ammirato non morirà mai, sarà nella memoria di chi lo ha sostenuto. Accettare un ruolo più defilato in favore di chi ha dalla sua fisico ed età non è affatto una sconfitta, anzi è la dimostrazione di quell’intelligenza tipica di Esteban, qualità immensa di una persona che ieri si è lasciata andare a un impeto di cuore.
[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]