Il ct dalla Nazionale Azzurra a fine gara annuncia di lasciare, con lui anche Abete
NATAL – Cesare Prandelli lascia la Nazionale e con lui anche il commissario tecnico della FIGC Giancarlo Abete. Se nel secondo caso la decisione era già nei pensieri al termine del Mondiale, nel primo caso la decisione è stata una diretta conseguenza dell’eliminazione anticipata degli Azzurri. In conferenza stampa post partita il mister non nasconde le sue responsabilità sulla gestione:
“Rassegno le dimissioni. Ho già parlato con il presidente Abete e con Albertini, mi sembra giusto visto il fallimento del progetto tecnico, mi assumo tutte le responsabilità”.
Salvo prossimi colpi di scena non ci sarà il rinnovo che era stato firmato per altri due anni con la Federcalcio, ovvero fin0 al prossimo Europeo 2016.
“È giusto prendersi le proprie responsabilità. Prima della firma del contratto c’era la volontà di andare avanti e di proseguire questo progetto. Avevamo camuffato bene in quattro anni i problemi del calcio italiano. Siamo stati aggrediti, sia io che il presidente Abete, come se fossimo un partito politico e ci hanno accusato di prendere, anzi di rubare, i soldi ai contribuenti. Io ho sempre pagato le tasse e non ho mai rubato i soldi a nessuno. Se sbaglio tecnicamente, invece, è un discorso diverso e mi prendo tutte le responsabilità».
Parlando della partita il ct Azzurro sottolinea come l’espulsione sia stato un episodio assurdo considerando che non ci sono stati falli cattivi o da espulsione. Una decisione, quella del rosso di Marchisio che non è andata proprio giù e che tuttavia non deve fare da assoluto alibi alle carenze di una nazionale che ha mostrato i suoi limiti soprattutto in fase propositiva.
“L’Italia non supera un girone molto difficile. La prima gara abbiamo fatto bene, la seconda male. Oggi ce la siamo giocata, contro i due attaccanti più forti al mondo: l’Uruguay è forte, ma non ha mai tirato in porta. Ci possono essere stati errori: mi assumo tutte le responsabilità tecniche. Se non abbiamo fatto gol in due partite la responsabilità è mia. Il progetto tecnico non ha funzionato e anche i cambi verosimilmente non sono stati azzeccati».
Altro episodio chiave è stato quello del morso non rilevato a Suarez che tuttavia rischia la prova tv. Prandelli ribadisce il suo malcontento per le decisioni arbitrali:
“Il morso di Suarez? Non era una gara da cartellini rossi. Era un match combattuto, ma leale. Quel cartellino rosso a Marchisio ha condizionato tutto. Peccato, nel calcio devi saper accettare le sconfitte, ma quando queste sono condizionate da scelte sbagliate è difficile fare commenti”.
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