Gli uomini di Guardiola dominano come pochi in Europa. Gioco e risultati parlano chiaro: quest’anno i Citizens vogliono vincere tutto
MANCHESTER – Si iniziano a vedere i frutti del lavoro di Pep Guardiola. Se ne stanno accorgendo tutti in Europa. E in Inghilterra sono tutti preoccupati. Tutti, tranne i tifosi del City, che si sfregano le mani. Miglior partenza della storia in Premier League, con 34 punti all’attivo, frutto di 11 vittorie ed un pareggio. Eguagliato proprio il record del City di Mancini. In Europa solo Napoli e Paris Saint-Germain hanno fatto meglio, con 35 punti, avendo però giocato e pareggiato una partita in più rispetto al City.
Potenziale offensivo
Miglior attacco del campionato con 40 reti segnate in 12 gare. Una media di più di 3 reti per singola partita, con una produzione offensiva senza eguali. Infatti il City di Guardiola è la prima squadra della storia del calcio ad aver coinvolto 6 giocatori, con gol o assist, in più di 10 marcature, arrivati a questo punto della stagione. Talento offensivo quindi distribuito tra più interpreti. Nello specifico i 6 giocatori sono: Aguero, nuovo miglior marcatore della storia del club, Sané, Sterling, Gabriel Jesus, De Bruyne e Silva. Imprevedibilità e creatività coniugati alle idee tattiche dell’istrionico allenatore catalano. Né al Barcellona né al Bayern Monaco Pep aveva potuto contare su così tanti uomini di qualità. E soprattutto su una disponibilità economica praticamente illimitata.
Campagna acquisti faraonica nella scorsa estate, con gli arrivi di Ederson, portiere abilissimo con i piedi, Mendy, il miglior terzino della scorsa stagione ora infortunato, Walker, Bernardo Silva e Danilo, per una spesa complessiva di più di 200 milioni di euro. Ma la differenza finora la sta facendo l’anno in più di conoscenza che è servito a Guardiola per inquadrare i giocatori già presenti in rosa. Delph è il simbolo di questa “rinascita”. Da meteora di passaggio al City è stato reinventato terzino sinistro da Guardiola ed è praticamente un titolare fisso, complice l’infortunio di Mendy. Guardiola ha finalmente trovato il bandolo della matassa, credendo con insistenza nelle sue idee e trovando nei giocatori la disponibilità giusta per poter ottenere questi risultati.
Solidità difensiva
Se comunque sorprende poco il dato offensivo del City, visto il potenziale ed il gioco “solito” dell’allenatore catalano, è molto interessante il dato difensivo. Sono solo 7 le reti subite dai Citizens; solo lo United ha fatto meglio dopo 12 giornate, ma l’atteggiamento tattico è molto diverso. A dar sostanza a questo dato sono anche le statistiche dei tiri subiti. Nelle passate 7 stagioni di Premier League nessuna squadra era rimasta sotto la media di 7,7 tiri subiti a partita nelle prime 12 gare. Il City quest’anno è a 5,8, e ciò dimostra sia solidità difensiva che tanta precisione nel possesso palla, con pochissime palle perse, sintomo di tanta qualità. Quest’anno il City c’è, in tutte le competizioni. E Guardiola non manca di caricare l’ambiente, dichiarando che si può e si deve ancora migliorare per vincere qualche titolo.