Dalla presa di coscienza del calcio inglese al “progetto ripartenza”
Sembrano ormai lontane le dichiarazioni tronfie dei vertici del calcio inglese quando quasi un mese fa teorizzava un ritorno in grande stile del calcio. Il comitato esecutivo della Lega inglese ha confermato, oggi, di voler portare a termine la stagione ma solo in condizioni di sicurezza e solo con il pieno appoggio del governo inglese. Con queste parole il vertice della Premier League ha affermato che non potrà sussistere un rientro senza una comunione di intenti.
Il board inglese ha anche ringraziato il premier del pieno appoggio ricevuto fin qui e ha accertato attraverso un colloquio con gli staff tecnici, atletici e sanitari di voler vagliare la situazione prima di prendere una decisione definitiva. É assodata comunque la volontà da parte delle società di voler portare a termine i campionati e proprio per questo lavoreranno tutti per il ‘Progetto ripartenza”.
Il progetto ripartenza prevede una serie di incontri in cui le società dovranno trattare i punti cardine per un rientro sicuro e certo, perché l’Inghilterra non vuole arrendersi al Coronavirus e pensa di trovare le condizioni idonee per riprendere le ostilità.
Non ci dovranno essere decisioni ma soluzioni da poter presentare al premier Boris Johnson, al ministro della salute Matt Hancock e alla ministra dello sport Nicky Morgan. La riunione di oggi dei club della Premier in rigoroso smart working, ha affrontato solo argomentazioni logistiche e di ritorno degli allenamenti ed è stata seguita da un incontro con il governo dove sono state discusse le possibili soluzioni.
Il Governo inglese, pur recependo la volontà dei club, ha affermato in maniera netta che il percorso sarà lungo, perché per prima dovrà esser approvata una delibera sanitaria per il via libera degli allenamenti e solo dopo con il consolidamento della situazione, ovvero l’inversione di tendenza dei contagiati, si potrà parlare di una data sulla ripresa dei campionati.
I club hanno inoltre cominciato a parlare dei protocolli sanitari e dei tamponi ai quali sottoporre le squadre e gli staff come primo passo verso una riapertura dei cancelli. L’Inghilterra, al contrario della Francia che si è arresa e dell’Italia, dove non c’è una comunione di intenti ma una corsa ai propri interessi, vuole pianificare al meglio un ritorno al calcio giocato che non può esserci senza una visione unitaria della situazione.