Ho una simpatia sincera e genuina nei confronti del presidente Zamparini, ma ciò non mi impedisce di ricordargli che, nella scorsa stagione, 2009-2010 per intenderci, ha meritato di vincere contro il Milan sia all’andata (2-0 a Milano) che al ritorno (3-1 a Palermo) e che nessuna forza antisportiva o pseudo-sportiva gliel’ha impedito. Non solo: sempre senza la benché minima pretesa di ufficialità, perché ho il piacere di intervenire su questo sito appassionato e appassionante per diletto e mai al mondo a nome dell’A.C. Milan che peraltro al presidente Zamparini non replicherà, ricordo e mi permetto ancora di ricordargli che nel Settembre 2007 a Palermo quando la sua squadra ha battuto il Milan con un gol determinato da un evidentissimo controllo con il braccio di Amauri e da una punizione di Miccoli dopo un inesistente fallo di Pirlo, nessuno ne ha fatto un caso nazionale.
Chiudo la parentesi con la mia visione, assolutamente minoritaria e proprio per questo utile dopo il massacro generalizzato di questi giorni, di Milan-Palermo: non c’è rigore di Thiago Silva su Pinilla come dimostrano le immagini al replay che evidenziano come al momento del dunque il brasiliano tolga la gamba e il suo avversario tenda a metterla, c’era il rigore di Boateng sull’1-0 per il Milan e con quel penalty sono indotto a pensare che non ci sarebbe stato il successivo gol di Bacinovic visto come il Milan ha reagito all’effettivo pareggio rosa, c’era il rigore con relativa ammonizione/espulsione di Munoz su Pato subito dopo il gol di Bacinovic, mentre, infine, nessun milanista avrebbe protestato, discorso che riguarda la visione della moviola e non l’azione in tempo reale che è ben altra cosa, se non fosse stato accordato il rigore su Ambrosini. Detto questo, sono sicuro che la vena bonaria del presidente Zamparini, che in tv ha la meglio dopo qualsiasi sfuriata, si imporrà anche in questo caso sull’amarezza esternata in questi giorni. E tutti i veri sportivi ne saranno felici.
Il Milan ritrova sulla sua strada Rafa Benitez, domenica sera. Per la prima volta, il Milan e lui, rivali in un torneo. Fino ad oggi, nella storia, hanno giocato solo con una Coppa con le Orecchie a bordo campo, senza gironi e senza andate o ritorni. Tutto il Milan, e Paolo Maldini in primis, avevano apprezzato e alla grande l’atteggiamento tenuto dall’attuale tecnico interista nel Maggio 2005 dopo Istanbul. Quando un suo giocatore insinuò che, nell’intervallo, il Milan festeggiava negli spogliatoi, Mister Rafa prese discretamente ma fermamente le distanze da quelle dichiarazioni. Nel Maggio 2007 ad Atene, invece, lui si arrabbiò a fine partita, sul campo, per i pochi minuti di recupero concessi e fatti rispettare dall’arbitro Fandel in coda a Milan-Liverpool 2-1, ma la cosa finì lì. Senza veleni e senza alcuna scossa di assestamento post-partita. Affrontò l’arbitro picchiando la mano sul polso dell’orologio affrontandolo direttamente e poi riconobbe lealmente, in un amen, la vittoria del Milan. I ricordi rossoneri su Benitez sono gli stessi relativi a Sir Alex Ferguson: personaggi diversi e generazioni diverse, ma stessa sensibilità e stessa signorilità.
Pippo…Pippo…Pippo…che magone per i milanisti. Un groppo vero, tutt’altro che retorico. E una certezza: conoscendo il Milan, se la società rossonera decidesse di tornare sul mercato a gennaio nel settore offensivo, questo non andrà mai a discapito di Superpippo. Per lui, anche in presenza di eventuali mosse, il posto in più, là davanti, ci sarà assolutamente sempre. Lo stesso Inzaghi ricorda bene quello che accadde nel Marzo del 2005. E cioè: attorno a lui i soliti, cosiddetti, bene informati sussurravano, senza neanche troppo sussurrare, che con quella cartilagine del ginocchio messa in quel modo per lui la carriera era finita come lo fu a suo tempo per Van Basten. Il Milan, invece, mentre lui stava raggiungendo l’aeroporto per andare ad Anversa ad operarsi, lo fece entrare un attimo in via Turati per il rinnovo del contratto. Da quella scintilla sono nati cinque meravigliosi anni di calcio-Inzaghi nel Milan. E’ così che si spazzano via le incognite, vere e presunte.
Mercato? Mercato! Ma il Milan non c’entra, meglio premetterlo subito. Da appassionato e da telecronista, ho notato un giocatore nell’Hajduk Spalato. E’ accaduto commentando le due partite della squadra croata, in Europa League, su Sportitalia, contro lo Zenit San Pietroburgo. A proposito: che squadra i russi di Spalletti! Qualità, organizzazione, ritmo, compattezza. Davvero bravi. Torniamo al giocatore: si chiama Marin Ljubicic, 22 anni, centrocampista. E’ un atleta longilineo, alto, abile nel contenimento a metà campo e nelle incursioni offensive. Non disdegna il gol. Ljubicic ricorda in maniera impressionante Srecko Katanec, sì proprio quello dello scudetto della Sampdoria 1990-91. E’ un Sissoko integro e giovane, per essere chiari. Nel calcio non si fanno mai nomi nuovi e tentare di farli non è reato. Tra appassionati, nelle discussioni calcistiche disinteressate, è molto meglio condividere piuttosto che omettere. Tutto qui.
[Mauro Suma – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]