Primi sprazzi del “Tata”: ieri l’applauso dei tremila, con il Portogruaro la prima vera occasione

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Primi sprazzi del “Tata”. Strano l’inizio di stagione di Alvaro Gonzalez: sbarcato a Roma con la scomoda etichetta di “oggetto misterioso”, l’ex centrocampista uruguaiano ha trascorso i suoi primi mesi italiani in apparente naftalina. Qualche difficoltà di troppo nel corso del ritiro ad Auronzo di Cadore, in cui spesso è apparso un corpo estraneo al resto della squadra. Tanta corsa, capelli al vento ed un contributo impalpabile alla causa. Presentato alla vigilia alter ego di Brocchi, è stato anche vittima di un equivoco tattico.

Nonostante la buona attitudine a rincorrere l’avversario, non è un vero e proprio mediano incontrista. Gonzalez è un moto perpetuo che ama sganciarsi, partecipare con inserimenti dalla distanza anche alla fase offensiva, per poi prodigarsi al recupero della sfera. Ha un trascorso da laterale destro di centrocampo, ma è considerato un “volante” tutto fare. Una duttilità tattica da monitorare, sulla quale lavorare.

E’ quello che ha fatto Reja che in questo primo scorcio di campionato l’ha quasi costretto ad un fisiologica fase di apprendistato, vissuta con dedizione alle spalle dei titolari. Ha sudato sotto traccia settimana dopo settimana, in allenamento è spesso apparso tra i più motivati, tanto da strappare a fasi alterne i complimenti di compagni e tecnico: “E’ una sorpresa, lavora con una grande intensità, in allenamento dà sempre il massimo, è uno stimolo continuo per tutti”. L’ultimo a sottolinearlo in conferenza stampa è stato Biava, ma a turno l’hanno fatto un po’ tutti i protagonisti: “Chi gioca deve pensare anche a quelli come lui che per il momento non si sono tolti delle soddisfazioni personali”.

Un motto ormai ricorrente quello espresso tempo fa da Ledesma, quasi un appello a non mollare, come a dire “presto arriverà anche il tuo turno”. Per il momento il nazionale di Tabarez ha collezionato appena 2 panchine, l’ultima delle quali domenica scorsa a Bari. In precedenza aveva avuto a disposizione solo uno spezzone di gioco al “Franchi” di Firenze. Appena 4’ in cui diede tutto quello che aveva in corpo. Pressò a tutto campo i portatori di palla viola come fosse un’esercitazione di torello, cercò di lanciare un segnale a Reja, che nei giorni successivi rispose elogiandolo pubblicamente: “Sta crescendo a vista d’occhio”. Parole dolci senza riscontri ufficiali, come quello del diesse Tare: “Gonzalez è una vera sorpresa”, disse qualche settimana fa.

Sembravano solo cioccolatini consolatori dello staff. Fino a ieri, quando anche i tifosi per la prima volta hanno iniziato ad assaggiare spunti interessanti. Erano in 3 mila per festeggiare il primato, salutare Olympia e abbracciare la Lazio. Per Reja, Hernanes e Zàrate erano le attenzioni maggiori, ma uno spazio di gloria se lo è ritagliato anche il “Tata”. Brillante nella corsa, reattivo nei contrasti, addirittura elegante, quando a metà campo si è liberato di un paio di avversari con un gioco di gambe brasileiro. Ma il bello è arrivato al 38’, quando il boato dei presenti ha sottolineato una sua prodezza: cross dalla sinistra di Hernanes, inserimento con i giri giusti, spaccata volante e volèè di destro ad indirizzare la palla nell’angolo lontano. Applausi scroscianti ed autostima in crescita.

Come di consueto, nel test contro la Tor Tre Teste si è mosso da intermedio destro nel centrocampo a tre. L’alternativa designata di Brocchi. Per domenica, con il recupero di Matuzalem rischia di accomodarsi nuovamente in tribuna, ma il suo momento sta scoccando. L’occasione per mettersi in luce e confermare i progressi andrà in scena il 27 ottobre, in occasione dell’incontro di Coppa Italia con il Portogruaro. Lì si farà sul serio, è quella sera che dovrà iniziare a togliersi quella scomoda etichetta.

[Daniele Baldini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]