“Mi fido della Lazio, ormai siamo maturi”. Le ultime parole famose firmate da Edy Reja alla vigilia del match perso al Sant’Elia con il Cagliari. Era sincero il tecnico biancoceleste, convinto come mai che le certezze di ordine tattico trovate con Brescia e Bari rappresentassero un elisir di eterna continuità.
Non solo di risultati, ma anche di prestazioni e capacità di reagire alle avversità. Come una “finale” richiederebbe, come lo stesso tecnico aveva auspicato. “Serve l’atteggiamento giusto”, aveva urlato. In terra sarda come per esempio al “Rigamonti”, la Lazio ha condotto le operazioni, ma questa volta non è riuscita a lasciare il segno. Nel primo tempo a tratti l’ha fatto con autorità, forte della sua superiore cifra tecnica a centrocampo. Fraseggi, possesso del pallone, fluidità di manovra, alla resa dei conti fine a se stessa.
Come già in passato era successo, squadra di Reja ha ceduto nuovamente alla tentazione di specchiarsi troppo in se stessa, per poi pagare dazio ad un’innata mancanza di furore agonistico (poco centrano con gli isterismi finali) che presenta il conto quando le partite improvvisamente prendono una piega storta: “Meritavamo miglior sorte – ha sottolineato anche oggi lo stesso tecnico ai microfoni di Lazio Style Radio – . Abbiamo giocato una buona prima frazione di gioco, ma resta il rammarico di non aver portato a casa una gara che era alla nostra portata. Il Cagliari ha fatto davvero pochissimo per vincere”.
“Partita stregata”, ripete Reja anche all’indomani della quinta sconfitta esterna, puntando il dito sullo sfortunato harakiri di Dias – “E’ stato un incidente di percorso, possiamo solo rincuorarlo” – e sul problema strutturale di un attacco tanto talentuoso, quanto sterile. Soprattutto nei momenti in cui è costretto a rincorrere il risultato e gli spazi inevitabilmente vengono meno. A parte rare amnesie, la difesa va che è una bellezza (2 reti incassate nelle ultime 6 gare). Il problema è che la coperta troppo corta scopre quello che i numeri ormai da tempo hanno bocciato come l’ultimo attacco delle big. Ottava forza realizzativa della serie A con 33 reti, di cui 11 realizzate in trasferta. In cinque circostanze lontano dall’Olimpico le polveri sono rimaste bagnate (Sampdoria, Cesena, Parma, Genoa, Cagliari): “Abbiamo sciorinato un buon gioco senza mai arrivare alla conclusione – sottolinea Reja – . Qualcosa in più potevamo certamente farlo in avanti. Non siamo arrivati a concludere e questo mi dispiace molto. Dobbiamo migliorare degli aspetti da metà campo in avanti, perché è un problema che ci portiamo avanti da tempo”.
Sarà il tema della settimana biancoceleste, già a partire dalla ripresa di domani pomeriggio a Formello. “Questioni di caratteristiche”, si è spesso detto, ma anche di scelta degli interpreti verrebbe da ribattere, pensando all’assetto delle ultime uscite. Le cosiddette “fasce operaie”, rappresentate da Sculli e Gonzalez, hanno dimostrato di non essere produttive in ogni contesto. In alcuni momenti, soprattutto contro le compagini più aggressive, il rischio di isolare troppo Hernanes e Kozak è concreto. Ed è per questo che Reja già da domenica prossima contro il Palermo potrebbe pensare di rilanciare profilo di alto livello come Floccari e Zàrate: “Domani analizzeremo bene i problemi, ne parleremo, ci lavoreremo sopra, dobbiamo trovare delle soluzioni alternative – spiega Reja – , E’ vero che ora la squadra ha un certo equilibrio, ma dobbiamo riuscire a trovare maggiore concretezza in attacco. Bisogna essere più determinati, più convinti, auguriamoci di trovare la strada giusta da qui alla fine. Dobbiamo giocare con maggiore intensità. Auguriamoci che i nostri attaccanti trovino la strada giusta”.
La retta via l’aveva trovata Libor Kozak. Il ceco, a secco da 180’, è anche condizionato dalla presa di posizione nei suoi confronti di arbitri e difensori: “Anche ieri ci sono stati tre falli non ravvisati, mi dispiace perché ci sono due pesi e due misure nei suoi confronti. Lui è generoso, è impetuoso fisicamente, ma non ci mette malizia. Mi viene in mente Toni che è uno bravo anche nel simulare il fallo. Da questo punto di vista migliorerà solo facendo esperienza”.
Già dalla partita di domenica. Complice l’esonero di Delio Rossi all’indomani del pesate 7-0 rimediato dall’Udinese, l’Olimpico non potrà essere il palcoscenico dell’atteso revival con l’ex tecnico biancoceleste. “Mi dispiace moltissimo, tutti conosciamo il suo valore, dal punto di vista umano non merita questo trattamento”.
Palermo sarà solo il primo di una serie di scontri diretti (con Napoli, Inter, Roma, Juventus ed Udinese) che decideranno le sorti della Lazio. “Viviamo alla giornata”, avverte Reja che però crede ancora molto nelle potenzialità del suo gruppo: “Il destino è nelle nostre mani, gli scontri diretti sono importanti, ma dipende solo dalla Lazio. Certo, è chiaro che dipenderà anche molto dallo stato fisico e mentale con il quale ci presenteremo a questi appuntamenti. Ora, però, concentriamoci solo sulla gara con il Palermo. Riveste un’importanza fondamentale, dobbiamo affrontarla con il piglio giusto. Dobbiamo far nostra questa gara, poi penseremo al derby”.
I tempi sono cambiati. Reja oggi non nasconde più le sue ambizioni di Champions. Anzi individua anche l’avversario più pericoloso: “L’Udinese è la prima delle nostre concorrenti, tra l’altro ha anche un calendario migliore del nostro (Bari, Cagliari, Catania e Lecce nelle prossime 4 gare, ndr)”.
Palermo, poi Roma. A rischio squalifica perché diffidati ci sono Kozak, Mauri, Lichtsteiner e Matuzalem. Questi ultimi due sono stati ammoniti da Russo che ha punito le intemperanze degli ultimi minuti: “Sono reazioni dettate dal momento, dobbiamo imparare ad avere maggiore lucidità. Tra il primo ed il secondo tempo mi ero anche raccomandato con la squadra di non cadere in provocazioni. Non è sufficiente essere ottimi giocatori, ma si deve anche avere padronanza caratteriale”.
Si parlerà anche di questo a partire da domani, quando Reja sarà già tornato da Milano, dove riceverà il premio “Amico dei bambini”: “Quando si ritira un premio bisogna sempre dividere i meriti con chi ti ha dato fiducia, con i tuoi collaboratori e con i calciatori”. Fa l’umile Reja, ma domani ci sarà la sfuriata.
[Daniele Baldini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]