Prosegue la via crucis del Milan, il Genoa resiste in 10

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logo-milanDopo la sosta per gli impegni delle nazionali, si ritorna finalmente in campo per la XIII giornata di serie A, a San Siro, nell’anticipo serale, va in scena Milan-Genoa. Se in casa rossoblu, dopo il ritorno in panchina di Gasperini, le cose sono tornate a filare per il verso giusto e la squadra ha infilato una lunga serie di risultati positivi (13 punti nelle ultime 6 uscite) che l’hanno issata, a quota 17, che vale il settimo posto, ben diversa è la situazione in casa rossonera. Nella sosta si è parlato molto di mutamenti societari, di cambiamenti in panchina, di nuovi acquisti, ma, meno del dovuto, di una situazione di classifica e di gioco imbarazzanti: appena 13 punti e obiettivi stagionali quasi tutti bruciati dopo appena 12 turni… Nell’occasione Allegri, che non ha lesinato in conferenza stampa qualche frecciatina sui ‘ragazzotti’ in attesa di soffiargli la panchina, propone Kakà trequartista dietro Balotelli e Matri, preferito a Robinho, scelte obbligate in mediana con De Jong, Poli e Muntari, coppia centrale Zapata- Bonera che prende il posto di Mexes, infortunatosi nel riscaldamento. Gasperini propone invece l’ex Gilardino a guidare l’attacco dei suoi, che devono fare a meno di uno dei tanti ricorrenti sogni di mercato rossoneri: Kucka.

Si comincia con le squadre aperte e ben disposte a giocare, ci prova già al 2′ Muntari con un tiro dai venti metri che Perin devia goffamente in angolo, passa un minuto e De Jong si inventa un assist perfetto di 50 metri per Kakà che scatta oltre la linea rossoblu, controlla deliziosamente e batte Perin 1-0, 72° gol in campionato alla duecentesima in serie A per il bimbo d’oro, che indossa la fascia di capitano per l’assenza dello squalificato Montolivo. Partita in discesa? Macchè, il Genoa, che pareva un po’ fuori dal match, ritrova compattezza e decisione e, all’8′, Gilardino di tacco serve Vrshaljko in area, Emanuelson gli crolla addosso e Gervasoni non può che decretare il penalty che lo stesso Gila trasforma con un tiro forte e centrale, 1-1 e tutto da rifare. I rossoneri, pur volenterosi e ben disposti, ci mettono un po’ a rendersi nuovamente pericolosi, tocca a Balotelli, al 22′, esibirsi in una bella rovesciata che Perin blocca a terra. Poco dopo è Matri a essere lanciato solo in area, il controllo non è un granchè, il tiro a giro è impreciso e termina lontano dai pali, al 28′ ci prova di nuovo Balotelli, da posizione decentrata, si distende bene Perin che devia in corner ma nessuno della compagine arbitrale lo segnala. Il Genoa difende piuttosto basso e fatica a riproporsi in attacco dove il solo Gilardino cerca di difendere la sfera e di tenere la squadra alta. Al 35′ altro momento chiave, Manfredini strattona Balotelli e lo stende nell’area piccola, Gervasoni decreta il penalty ed espelle il difensore ligure, Balotelli però si lascia ipnotizzare da Perin che riesce a respingere. Nel finale con il Milan in superiorità numerica, sfiora il gol per altre due volte, sempre con Matri, che prima sfiora un traversone di Emanelson costringendo Perin a deviare lontano, poi va a saltare indisturbato in area sugli sviluppi di un corner, ma non trova lo specchio della porta. Nel finale si fa male Muntari che abbandona il campo.

In avvio di ripresa spazio a Birsa per Muntari, mentre Gasperini sostituisce Sampirisi e Fetfatzidis con Marchese e Bertolacci. Il forcing dei rossoneri è costante ma decisamente confuso, il Genoa difende molto basso chiudendo tutti gli spazi, diventa difficile per il Milan rendersi pericoloso. Bisogna dunque aspettare il 13′ per vedere le prime occasioni, prima è Matri a girare di testa un prezioso cross di  Balotelli, si esalta Perin alzando in angolo, sugli sviluppi del medesimo, un attimo dopo, è Kakà a colpire di testa sul primo palo, si salva ancora Perin togliendo la sfera dalla porta. I rossoneri attaccano a testa bassa, prima è Birsa, al culmine di un azione personale, a calciare alto, poi sono Balotelli, di testa, e Matri con un gran tiro dal limite, a non trovare lo specchio della porta. Il Genoa pensa solo a difendere con tutti gli effettivi, lo fa con grande coraggio ed abnegazione, il Milan continua invece ad attaccare a testa bassa trovandosi però di fronte un vero muro, ci provano i rossoneri con conclusioni da lontano di Emanuelson e Birsa, con un paio di colpi di testa Balotelli, ma il risultato non cambia, Allegri cambia il discreto Poli con Robinho. A 10′ dal termine ci provano prima Birsa, da fuori, poi Kakà, nel cuore dell’area, ma la porta ligure pare stregata e la sfera non ne vuole sapere di entrare. Clamorosa l’occasione sciupata da Birsa al 43′, quando, pescato nell’area piccola da un perfetto cross di Emanuelson, sbaglia l’impatto di testa spedendo la sfera a lato. Nel recupero, in alcune mischie, la sfera sembra quasi la pallina impazzita di un flipper, ma, alla fine, non ne vuole proprio sapere di entrare, come al 94′ quando Zapata da due passi manda incredibilmente a lato.

Continua dunque la via crucis del Milan, quinta partita senza vittoria, e crisi che non ne vuole sapere di accennare a chiudersi. La squadra ha giocato con generosità e con impegno, ma assolutamente senza raziocinio, affidandosi alle iniziative dei singoli più che al gioco, che non si riesce proprio ad intravvedere. Le occasioni non sono certo mancate, ma l’imprecisione degli avanti e la bravura di Perin e dei difensori liguri hanno impedito ai rossoneri di segnare. Una nota su Balotelli, dopo un incoraggiante inizio, il rigore fallito lo ha avvilito riducendolo a vagare per il campo senza costrutto, un vero oggetto misterioso, avulso dalla manovra dei compagni. Il Genoa ha disputato una partita di grande coraggio e di mero sacrificio, costretto a giocare in inferiorità numerica per quasi un’ora, si è salvato grazie alle prodezze del proprio portiere e ad un pizzico di buona sorte.

[Giuseppe Floriano Bonanno – Fonte: www.ilveromilanista.it]