CATANIA – In edicola quest’oggi un’intervista ad Antonino Pulvirenti, presidente del Catania Calcio, realizzata ed edita da Tuttosport. Nel colloquio avuto, il presidente etneo ribadisce un concetto cardine per lo sviluppo passato e futuro della propria società: ”Gli uomini passano, il Catania resta” . Da qui parte il progetto Catania e da qui anche l’intervista che tratta di quelle che saranno le ambizioni del gruppo allenato da Maran, anzitutto:
“Come ogni anno noi partiamo sempre per salvarci, poi si vede in corso d’opera – afferma Pulvirenti – Sul mercato abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati. Ci sono state due partenze importanti, Marchese e Lodi, ma abbiamo Monzon, Leto, Maxi Lopez, e i calciatori che tornano dai prestiti in B”.
Il Catania è da tempo definito in Sudamerica la “Secunda Seleccion”, per via del numero di argentini presenti in rosa
“Si è creata una sorta di comunità argentina, i nuovi arrivati si inseriscono in fretta perché in spogliatoio ci sono tanti connazionali. Con loro andiamo sul sicuro, si adattano meglio al calcio italiano grazie al loro temperamento. Pochi argentini hanno fallito nel nostro campionato”.
Nel futuro del Catania anche uno stadio di proprietà. L’argomento, più volte trattato, s’annoda sempre attorno allo stesso medesimo problema di sempre:
“Quanto conta lo stadio per il futuro? L’impianto può consentire la chiusura del cerchio ad ogni club di serie A. Ciò che dipendeva da noi, cioè la costruzione del centro sportivo, lo abbiamo fatto nei tempi voluti, con la struttura di Torre del Grifo. Per lo stadio, serve una certezza normativa, spero che quanto prima arrivi l’apposita legge. In Italia, purtroppo, a livello di impiantistica siamo tra gli ultimi d’Europa, ormai ci hanno superato tutti”.
Oltre agli impianti sportivi si parla anche di impianti dirigenziali e tecnici. Il Catania ha di recente cambiato management, dentro Pablo Cosentino per Sergio Gasparin, cariche e ruoli diversi:
“La società ha mantenuto la propria valenza tecnica, non si è mai fermata al riferimento dell’allenatore, perché il club costruisce la squadra, con una propria idea. Per questo nessuna partenza di un tecnico o di un dirigente ha creato una voragine. L’uomo deve essere sostituibile, altrimenti è difficile pensare ad un percorso di sviluppo. E oggi Rolando Maran, Pablo Cosentino, Giuseppe Bonanno e tutto lo staff si integrano molto bene”.
Quindi il campo ed il campionato. Alla serie A quest’anno mancherà il Palermo. Mancherà anche al presidente Pulvirenti:
“Se mi mancherà il derby? Certo, è una partita con atmosfera unica, che inizia con un mese d’anticipo, ma sono convinto che il Palermo impiegherà poco per tornare in A”.
Quindi, tra sogno e reltà:
“Europa? Sognare è lecito, e lo sport regala sempre sorprese. Ma sorrido di fronte alle domande sull’Europa: ci sono sei posti disponibili, e rispetto ad almeno 7-8 club il Catania ha un quinto se non un decimo delle risorse. Magari un giorno l’Europa arriverà, ma non è l’obiettivo per cui non dormiamo di notte. Semmai sogno di mantenere il Catania in A più a lungo possibile”.
[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]