Real Sociedad come Milazzo. Detta così sembra un’assurdità, addentrandosi in un ragionamento che prescinda dalla caratura dell’avversario e si rivolga alle esigenze ed alle priorità dettate da Montella per il suo Catania, ecco allora che tanto l’impegno contro gli spagnoli che quello di una settimana (quanto quello di tre giorni) fa contro i mamertini, riveste più carattere d’allenamento che d’amichevole. Impossibile quindi discernere ancor oggi quel che le porte chiuse, agli allenamenti, e le strategie di Montella, nel corso delle partitelle finora svolte, celano agli occhi di tifosi ed interessati: il volto del vero Catania.
Certo, alla strategia del più totale riserbo contribuisce non poco anche la società. Chi abbia proposto o ratificato la soluzione “allenamenti a porte chiuse” non è dato saperlo e se tutto andrà per il meglio, come ci si augura, questa “innovazione”, per quanto scomoda, purché funzionale sarà accettata anche dai fedelissimi delle sgambate pedemontane. E’ la cornice il Centro Sportivo, la sostanza sono invece quegli acquisti che ancora non arrivano, almeno non nelle zone del campo dove più sono attesi, con impazienza ormai neanche malcelata, proprio manifesta, dal tecnico e dai giocatori stessi (certo, di altri ruoli).
Difensore? Difensori. Se, e lo ripetiamo, le amichevoli svolte in Agosto hanno potuto significare poco in termini di collettivo, sul piano individuale sono state foriere di indicazioni chiare e precise: Dal centrocampo in su di materia prima ce n’è una pletora, bisognerà solo plasmarla, avendo cura di sbozzar giorno dopo giorno le asperità che verranno alla luce. Anzi, se qualche squadra ne volesse un po’, ne avremmo pure da vendere. Ma in difesa mancano i pezzi, e non tutti quelli già a disposizione hanno dato impressione di poter reggere la costruzione che si sta tentando di edificare.
Troppi svarioni che se contro il Milazzo erano riconducibili al tenore amichevole ed alla supponenza che a volte inficia le prestazioni contro squadre meno blasonate, scuse simili decadono di fronte alla Real Sociedad ed all’occasione concreta, presentata ai giocatori, di metter alla prova le singole potenzialità di fronte all’occhio della propria gente e del tecnico. Tanto evidenti sono le lacune che neanche di far nomi c’è il bisogno.
Questa è solo, come detto, una faccia della medaglia. Perché a non far dormire sonni sereni ai tifosi, che vivono in gran parte (com’è giusto che sia) del risultato più che della prestazione, sono le scelte accorte di Montella che, se avesse inteso la sfida contro la Real Sociedad come un incontro propizio per testare la consistenza del vero Catania, di quello che ha in testa di sciorinare nei primi impegni ufficiali, ebbene non avrebbe certo schierato una difesa arrangiata, inedita quanto difficilmente ripetibile in contesti più agonistici. Insomma, avrebbe preferito rodare la coppia Bellusci – Spolli piuttosto che pareggiarne i minuti sulle gambe rispetto ai vari Alvarez, Augustyn, Potenza, Capuano.
Catellani non è una prima punta, non si è distinto in serie B in quel ruolo ed a Catania non è tornato per sacrificare come centravanti il suo ben più ampio potenziale da esterno, posizione in cui converge d’istinto, sempre. Manca l’attaccante, manca quel giocatore che per ancora un mese non potrà esser Suazo, e che in questo momento, in tutta franchezza, non è nemmeno Maxi Lopez (se possibile meno partecipe alle manovre della squadra che nell’anno scorso). Forse non è questo il contesto (senza voler intendere il contesto Catania, ndr) nel quale poter apprezzare il vero Lopez ?Forse al chiuso degli allenamenti, da attaccante principe com’è definito, brilla al centro del tridente completato da Gomez e Keko, o Lanzafame, o Llama, o Barrientos, o Ricchiuti, per poi riposarsi in panchina quando le luci della ribalta s’accendono.
Accumula minuti, solo minuti, di fronte al proprio pubblico, lavora tanto, con idee chiare al riparo da occhi indiscreti. E’ questo il Catania che prepara Montella? Possiamo immaginarla come un’ipotesi verosimile, verosimile e confortante, ma pur sempre un’ipotesi tra le tante (pessimistiche e non) che proliferano e non possono certo esser biasimate in luogo di un Catania che, in pubblico, non ha mai mostrato un volto dai lineamenti tanto definiti da poterci imbastire sopra un ragionamento fondato su basi consolidate.
Ed allora, non resta continuare ad aspettare. Dapprima l’arrivo di rinforzi indispensabili. Quindi, la gara contro il Brescia, nella quale Montella dovrà mostrare il vero volto del Catania (che non vuole venga definito “suo”, ndr). Nella speranza che l’ordine cronologico venga rispettato, e non si metta il carro davanti ai buoi, aspettiamo.. anche se la lingua di questi cinesi non la capiremo mai.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]